AGI - Con 25 milioni di nuovi utenti registrati negli ultimi tre giorni, Telegram ha stabilito un nuovo record di download. Probabile non sia un caso che questo boom di nuovi utenti avvenga ora, nei giorni in WhatsApp è al centro delle polemiche per via degli aggiornamenti alla privacy che scatteranno dall'8 febbraio e che consentirà all'app di condividere molti più dati con Facebook nei paesi extraeuropei. Ma cos'è Telegram? Chi la possiede e qual è il suo modello di business?
L'ORIGINE RUSSA DI TELEGRAM
Telegram è un'app di messaggistica lanciata nel 2013 dai fratelli Pavel e Nikolai Durov. Entrambi sono anche i fondatori di VKontakte, il 'Facebook' russo, lanciato nel 2006 e poi venduto nel 2014 a manager vicini al Cremlino all'apice di uno scontro tra i fondatori e il governo di Mosca: "Potevo scegliere un compromesso, ma coi compromessi non è facile vivere. Prima o poi si sarebbero presi comunque la mia azienda", aveva detto in quell'occasione Pavel Durov. Telegram è uno dei progetti nati coi soldi ottenuti dalla vendita di VKontakte. Ha sede a Dubai, anche se la maggior parte degli sviluppatori arriva da San Pietroburgo, città dove i fratelli Durov hanno fondato la loro prima azienda.
COME FUNZIONA TELEGRAM
Telegram ha un funzionamento assai simile a quello di WhatsApp, anche se negli anni ha sviluppati sistemi di ricerca dati e gestione dei gruppi più complessi e raffinati. Inoltre rispetto a WhatsApp è basato sul cloud e ha un diverso sistema di crittografia dei messaggi più ristretto e difficile da violare, in particolare nelle chat segrete. I messaggi scambiati sulla piattaforma vengono cancellati automaticamente e non lasciano traccia nelle chat. L'idea è di emulare nella maniera più tecnologicamente avanzata un discorso fatto a voce, o faccia a faccia. Su Telegram si possono creare gruppi fino a 200 mila utenti ed è possibile editare i messaggi anche dopo averli inviati. Inoltre non c'è bisogno di esporre il proprio numero di telefono per chattare.
COME GUADAGNA TELEGRAM
Al momento Telegram non fa utili. Non perchè non ci riesca, ma semplicemente perchè Durov fino a qualche settimana fa non voleva fare dei soldi dalla sua applicazione. Non ha mai avuto un modello di business e finora è stata finanziata dal fondatore in persona con i soldi ricavati dalla vendita della sua prima azienda. Durov ha spesso definito Telegram "un progetto, non un'azienda", fatto a suo dire per creare uno spazio "libero da controllo" mentre l'economia digitale diventava sempre più legata ai grossi player statunitensi.
Non è un caso quindi che Telegram abbia registrato un boom di nuovi utenti nel momento in cui WhatsApp è al centro di numerose polemiche, cosi' come lo è la sua controllante Facebook e lo è Twitter dopo il blocco dei profili di Donald Trump. Ora pero' il tempo del 'gratis et amore dei' è terminato.
IL CAMBIO DI STRATEGIA: SERVONO FONDI
Se finora sono bastati i soldi di Durov, nel prossimo futuro non sarà più cosi'. Il 23 dicembre 2020 il fondatore di Telegram ha annunciato che oramai il progetto viaggia a un ritmo che lascia intravedere presto il miliardo di utenti (ora sono 500 milioni): "Quando un progetto tecnologico raggiunge queste scale, ci sono due possibilità: cominciare a farci soldi o vendere l'azienda". Durov è quindi alla ricerca di finanziatori. "Non venderemo l'azienda come ha fatto WhatsApp (a Facebook, ndr). Il mondo ha bisogno che Telegram resti uno spazio indipendente".
Quindi Durov ha scelto la seconda opzione: "Cominceremo a generare ricavi. Lo faremo in accordo con i nostri valori". Pochi i dettagli forniti finora. Si sa che non ci saranno pubblicità diffuse, ma solo sui canali pubblici e sarà introdotta una versione premium. Alcune delle funzioni sono già state introdotte. Se riusciranno a rendere Telegram una macchina da utili è difficile da prevedere.