Con il via libera degli azionisti di Tiffany, si suggellano così le nozze tra il celebre brand di gioielli e Lmvh. Un matrimonio che stava per sfociare in un divorzio, nonostante non fosse stato ancora celebrato. Alla fine il colosso francese l'ha spuntata e acquisirà Tiffany a 131,5 dollari per azione, meno dei 135 dollari inizialmente pattuiti. La nuova proposta valorizza il marchio americano del lusso per 15,96 miliardi di dollari.
Il deal sembrava praticamente sfumato, dopo un susseguirsi di voci incontrollate. Non aveva di certo aiutato ad evitare questo epilogo il clima di incertezza dopo il lockdown: fatto sta che a settembre il gruppo Lvmh aveva fatto sapere che "così com'è", non era "in grado" di completare l'acquisizione di Tiffany.
Lvmh aveva spiegato che il gioielliere Usa aveva chiesto il differimento del closing dell'operazione al 31 dicembre dal 24 novembre e che il board del colosso francese aveva deciso invece di tenere fede ai termini originali dell'accordo di integrazione. Alla luce della situazione, Lvmh aveva detto di non essere nella posizione per portare avanti l'acquisizione citando anche una lettera del ministro francese per l'Europa e gli Affari Esteri con la richiesta di posticipare l'operazione di acquisizione oltre il 6 gennaio 2021 a fronte delle minacce da parte degli Stati Uniti di tassare i beni francesi. Ma Tiffany era pronto a citare in giudizio Lvmh. Alla fine è stato rinegoziato l'accordo.