AGI - Un appello per la conferma del divieto di esportare armi ed esplosivi verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti è stato lanciato stamane dal Comitato riconversione Rwm al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Nato nel 2017, il Comitato si batte per la riconversione della fabbrica di bombe Rwm (del gruppo tedesco Rheinmetall) di Domusnovas, nel Sud Sardegna, e chiede che lo stop sia esteso a tutti i sistemi d'arma. I contenuti della lettera per Palazzo Chigi sono stati anticipati stamane in una videoconferenza stampa dei portavoce del Comitato, Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita.
L'embargo era stato deciso nel luglio 2019, dopo che era apparso chiaro che le bombe prodotte in Sardegna erano destinate alla coalizione a guida saudita impegnata nella guerra nello Yemen, come ricorda il Comitato nell'appello. In Parlamento era stata approvata una mozione, primo firmatario Pino Cabras, deputato sardo del Movimento 5 Stelle. La Rwm, del gruppo tedesco Rheinmetall Defence, ha due stabilimenti in Italia: una sede è a Domusnovas, nel Sulcis Iglesiente, e una a Ghedi, nel Bresciano. Nel luglio scorso la fabbrica ha comunicato il mancato rinnovo dei contratti per 80 lavoratori e la cassa integrazione per altri 90.
Le proposte per un'economia 'warfree'
Intanto, sono una decina, su 15 contattate dai promotori, le aziende che si sono rese disponibili a partecipare al progetto 'Pecosa' (Peace conversion Sardinia), per riconvertire produzioni dannose, come quella di armi nel Sud Sardegna, in attività pacifiche e sostenibili. Il Comitato riconversione Rwm l'ha presentato stamane per promuovere lo sviluppo del Sulcis-Iglesiente, area di rilevanza turistica e di eccellenze artigianali e agroalimentari. Il primo obiettivo dell'iniziativa è "proporre una nuova economia civile, sostenibile e warfree", ha spiegato il ricercatore Stefano Scarpa, "che possa dare lavoro degno nel nostro territorio, offrendo spunti di riflessione e strumenti di promozione alle imprese già presenti e sostenendo la creazione di nuove realtà imprenditoriali".
Le aziende che aderiranno al progetto si impegneranno a rispettare una carta dei valori e potranno utilizzare il marchio etico ambientale (sarà registrato nei primi mesi del 2021) che lo certifica.
Al progetto collabora un gruppo di docenti dell'università di Cagliari, che formeranno il comitato scientifico. Un altro 'tassello' verso la 'trasformazione' del territorio è rappresentato dalla 'Raccolta pubblica di idee per la riconversione della fabbrica di bombe da guerra Rwm Italia Spa', pubblicato sul sito di Legambiente Sardegna, e promosso nell'ambito del progetto Eco-Art di Sarah Revoltella.
Si tratta di un 'contenitore' dove "si possono presentare progetti e si potrà fare rete tra le professionalità e le risorse materiali ed economiche", spiega il Comitato. Tutti i passaggi delle diverse proposte che arriveranno saranno sviluppati virtualmente, per verificare i pro e i contro. "Per noi la riconversione è un tema irrinunciabile", ha ribadito Scarpa.
"Nel 2018 c'è stato il picco di produzione e occupazione della fabbrica, ma il 71% della forza lavoro era precario". Nella stessa legge 185/90, che impone il divieto di esportazione verso Paesi belligeranti, "sono contenuti i fondi per la riconversione - ha ricordato Guaita. "E poi c'è la possibilità rappresentata da leggi regionali e dall'accesso a fondi europei".