AGI - Aumenta il tasso di inattività nel III trimestre: un andamento che è dovuto alla crescita dei motivi di studio ma che in circa il 40% dei 'nuovi' casi riguarda chi dichiara di essere in attesa di tornare al proprio posto di lavoro e in un ulteriore 40% chi specifica problemi legati all'emergenza sanitaria, come il timore del contagio.
Lo rileva l'Istat. Il tasso di inattività complessivo è al 35,4%, se sale al record di 50,6% per i giovani tra i 15 e i 34 anni e che arriva al 57,8% in questa fascia d'età tra le donne.Gli inattivi sono 13 milioni e 532.000, e nel III trimestre il numero è aumentato del 2% rispetto al III trimestre del 2019 (il tasso invece dello 0,8%): per l'Istat, si tratta comunque di un rallentamento.
Colpiti soprattutto i dipendenti a termine
La crisi del Covid ha colpito duramente i lavoratori "contrattualmente piu' fragili e svantaggiati": sempre secondo l'Istat, nell'arco di 12 mesi i dipendenti a termine che hanno perso il lavoro sono passati dal 16,9% del terzo trimestre 2019 al 23,3% del terzo trimestre del 2020. Decisamente più ridotta è stata la transizione verso il lavoro stabile: dal 23,9% al 22,4%. Per le donne, la percentuale di coloro che hanno perso il lavoro è passata dal 7 al 9,2%, tra gli uomini dal 5,5% al 7%, per i giovani si e' passati dall'8,8% al 12,8%.
Al sud una donna su cinque non trova lavoro
Un dramma soprattutto per il cosiddetto 'gentil sesso': al Sud, tra le forze lavoro femminili, una donna su cinque non trova un impiego. Il tasso di disoccupazione rilevato dall'Istat sfiora infatti il 20%, al 19,9%, tra le donne nel Mezzogiorno. Si tratta di un sostanziale aumento, pari all'1,5% rispetto al III trimestre del 2019.
Se quello complessivo è al 10%, al Sud sale al 16,6% contro il 6,5% nel Nord e il 9,2% del Sud: per gli uomini scende al 9% ma per le donne sale all'11,4%. Tra gli uomini, è al 5,5% nel Nord, all'8,5% nel Centro e al 14,7% nel Mezzogiorno.
Nel III trimestre tra le donne è maggiore sia il calo del tasso di occupazione (-1,5 punti in confronto a -1,2 punti gli uomini), sia la crescita del tasso di disoccupazione (+1,3 e +0,7 punti, rispettivamente) e di quello di inattivita' (+0,9 e +0,7 punti).
In un anno 622 mila occupati in meno
Più in generale, in un anno ci sono stati 622 mila occupati in meno. Se si legge il bilancio fatto dall'Istat, i numero di occupati torna a crescere in termini congiunturali, segnando +56 mila unita' (+0,2%), per effetto di un aumento dei dipendenti piu' consistente del calo degli indipendenti ma rispetto al terzo trimestre 2019, il numero di occupati risulta inferiore di 622 mila unita' (-2,6% in un anno): diminuiscono soprattutto i dipendenti a termine (-449 mila, -14,1%), continuano a diminuire gli indipendenti (-218 mila, -4,1%), mentre aumentano lievemente i dipendenti a tempo indeterminato. In un anno sono oltre 200 mila i disoccupati in più.