AGI - Lo scossone al vertice di Unicredit, con le divergenze fra il cda e l'Ad Jean Pierre Mustier sulle strategie per il futuro del gruppo, pesa sul titolo della banca a Piazza Affari.
Gli investitori non apprezzano l'incertezza - né sulla governance né sulle future mosse - e vendono il titolo, che, dopo il calo del 4,96% di lunedì ieri ha perso l'8,02%, bruciando in due sedute circa 2 miliardi di capitalizzazione.
Prenderà il via così, fra i dubbi del mercato e degli analisti, la ricerca del nuovo ad per la seconda banca italiana, la prima per penetrazione in Europa. Oggi Unicredit riunirà il comitato nomine, presieduto da Stefano Micossi e in cui siede anche Pier Carlo Padoan, l'ex ministro del Tesoro recentemente cooptato in consiglio d'amministrazione e designato presidente in vista del rinnovo del 2021.
Già in occasione della sua entrata in cda, il 13 ottobre, era stato rimarcato come Padoan avrebbe svolto "un ruolo attivo nella definizione della lista dei candidati per il rinnovo dell'organo amministrativo".
Ieri la banca, nell'annunciare che la prossima uscita di Mustier, che manterrà il suo incarico fino alla fine del suo mandato "o fino alla nomina di un successore per garantire una transizione ordinata", ha spiegato che sarà possibile "ora avviare i lavori sulla futura composizione del Consiglio di Amministrazione", con il presidente designato, Padoan, e il Consiglio di Amministrazione che inizieranno una ricerca, sia all'interno che all'esterno del gruppo, per identificare il nuovo ad "seguendo un processo di selezione accurato e rigoroso che riflette l'impegno del gruppo per assicurare una solida governance aziendale".
Proprio su questo tema si è fatto sentire il segretario della Fabi, Lando Maria Sileoni. "Per Unicredit, mi aspetto una guida italiana con la quale saprà conquistare spazi lasciati ad altri e riprendere quel ruolo che aveva negli scorsi anni sia con Alessandro Profumo sia con Federico Ghizzoni", ha detto, attaccando nuovamente Mustier.
"Il disimpegno del gruppo Unicredit e la vendita dei gioielli di famiglia perseguita con la gestione di Jean Pierre Mustier ha dato l’idea di un gruppo senza prospettiva nel medio e nel lungo termine. Di questo vuoto di progetto hanno approfittato altri gruppi bancari: Intesa ha investito molto e in maniera lungimirante sia per la formazione del personale sia per la vicinanza verso tutti i governi con una importante presenza sul territorio, senza lasciare terreno alle Poste", ha aggiunto.
In vista dei lavori del comitato nomine e del cda, assistiti da Spencer Stuart, è già partita negli ambienti della finanza la lotteria sul prossimo ad di Unicredit: fra i nomi in campo alcuni degli amministratori delegati dei principali gruppi italiani, come Alberto Nagel di Mediobanca e Giuseppe Castagna di Banco Bpm, e grandi ex come Marco Morelli, fino a pochi mesi fa alla guida di Mps, e Victor Massiah, uscito da Ubi dopo l'opas lanciata da Intesa. Sul tavolo anche manager interni - i più accreditati nel toto nomi sono Francesco Giordano e Carlo Vivaldi - ma anche 'cavalli di ritorno' come gli ex top manager della banca Bernando Mingrone e Marina Natale.