AGI - Dopo diversi mesi di tensioni all'interno del consiglio d'amministrazione della banca, e dopo quattro anni e mezzo che hanno cambiato il profilo di Unicredit, il banchiere Jean Pierre Mustier si appresta a lasciare la guida dell'istituto di piazza Gae Aulenti. A spiegare il perché, facendo emergere fra le righe le divergenze di questi mesi, è lo stesso Mustier: il piano strategico Team23, presentato poco meno di un anno fa (il 3 dicembre), e i suoi pilastri fondanti "non sono più in linea con l'attuale visione del Consiglio di Amministrazione", osserva laconico il banchiere francese, che rimarrà in carica al massimo fino ad aprile 2021, scadenza dell'attuale cda.
Fra i pilastri annunciati a più riprese da Mustier c'è anche quel 'no m&a' ripetuto come un refrain fra conferenze stampa e conference call con gli analisti, mentre sul mercato impazzavano le indiscrezioni, comprese le ultime che vogliono un pressing sempre più forte affinché la banca metta definitivamente in sicurezza una Mps ripulita dai rischi. "Ho preso la decisione di lasciare il Gruppo alla fine del mio mandato ad aprile 2021, in modo da consentire al Consiglio di definire la strategia futura", ha detto Mustier, rivendicando di aver "realizzato con successo il piano Transform 2019" mettendo la banca "in una posizione forte per continuare a supportare i nostri clienti e le comunità in tutti i nostri Paesi restando un vero Gruppo pan-Europeo vincente".
Si apre dunque ufficialmente la ricerca del nuovo ad della seconda banca italiana: a giocare un ruolo da king maker nella partita sarà l'ex ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, recentemente cooptato nel cda e designato presidente del prossimo consiglio, quello che sarà eletto dalla prossima assemblea nel 2021. La banca può "ora avviare i lavori sulla futura composizione del Consiglio di Amministrazione", spiega una nota, che rimarca come Mustier manterrà il suo incarico fino alla fine del suo mandato "o fino alla nomina di un successore per garantire una transizione ordinata".
Il presidente designato e il Consiglio di Amministrazione - spiega Unicredit - inizieranno una ricerca, sia all'interno che all'esterno del gruppo, per identificare il nuovo ad "seguendo un processo di selezione accurato e rigoroso che riflette l'impegno del gruppo per assicurare una solida governance aziendale". Sarà dunque il nuovo ad, assieme al consiglio, a dover stabilire quale sia la direzione da prendere per Unicredit dopo la cura Mustier: in quattro anni e mezzo il banchiere ha rafforzato il patrimonio dell'istituto, ma ha ceduto alcuni dei 'gioielli della corona', fra cui la quota in Fineco, Pioneer, la polacca Pekao e anche la storica quota in Mediobanca, che faceva del gruppo il primo socio di Piazzetta Cuccia. Diversi i nomi già circolati: una nota di Poste ha escluso che della partita sia l'ad Matteo Del Fante; fra le altre ipotesi circolate l'ex ad di Mps, Marco Morelli, e Fabio Gallia, che ha guidato Bnl. Di sicuro l'incertezza ha pesato oggi sulle azioni dell'istituto, cadute di quasi il 5%; a Piazza Affari Unicredit vale ora quasi la metà di Intesa Sanpaolo, con 20,3 miliardi di capitalizzazione contro oltre 37.