AGI - Il Pil Usa conferma il rimbalzo nel terzo trimestre, ma gli effetti della pandemia sul mercato del lavoro fanno crescere i sussidi di disoccupazione più del previsto.
Il dipartimento del Commercio americano ricalca in seconda lettura i dati del prodotto interno lordo, confermando una crescita del 33,1% rispetto ai tre mesi precedenti. Un rimbalzo ampiamente atteso dai mercati che segue il crollo del 31,4% nel secondo trimestre, quando l’economia statunitense ha sofferto maggiormente l’impatto della crisi da Covid-19: si è trattato dato peggiore mai registrato dal 1947, anno in cui Washington ha cominciato a registrare i dati trimestrali.
Preoccupa invece l’aumento dei lavoratori che per la prima volta hanno richiesto i sussidi di disoccupazione: nell’ultima settimana è si sono aggiunte 30 mila richieste, portando i sussidi a quota 778 mila, in crescita rispetto ai 748 mila della settimana precedente. Si tratta del secondo aumento consecutivo. Il dato sui sussidi è considerato una fotografia sullo stato di salute dell’economia Usa, e la crescita delle nuove richieste testimonia che gli effetti della pandemia sul tessuto produttivo del Paese si fanno si fanno ancora sentire.
È soprattutto questo dato a giustificare l’avvio di Wall Street, con i listini cauti dopo la chiusura ai massimi di ieri e il Dow Jones che ha superato quota 30.000 punti. Oggi, dopo i primi scambi, il Dow Jones perde lo 0,31%, lo S&P lo 0,13% e il Nasdaq avanza dello 0,28%. “Il timore è che il mercato del lavoro stia facendo passi indietro rispetto ai progressi fatti sulla scia degli stimoli all’economia”, ha commentato Paul Molte di Kingsview Investment, “ora gli stimoli si sono esauriti e non ce ne sono di nuovi in arrivo”.
Positivi invece i dati sugli ordini di beni durevoli, cresciuti nel terzo trimestre dell’1,3% rispetto allo 0,8% previsto dagli analisti. In aumento rispetto a settembre, quando si è registrata una crescita dell’1,2%. Gli ordini sono stati spinti da un aumento dell’1,2% delle richieste di materiali per il trasporto, mentre gli ordini di veicoli a motore e dei pezzi di ricambio sono diminuiti del 3,2%. Aumentati invece gli ordini per gli aerei civili: +33,8%, dopo tre mesi di sostanziale assenza di nuove richieste.