AGI - “Non siamo andati incontro a Mediaset. Quella norma è giusta”. In una intervista a 'Il Fatto Quotidiano', il ministro per lo Sviluppo Stefano Patuanelli sostiene che l’emendamento al decreto Covid ribattezzato salva Mediaset serve “per colmare il vuoto normativo seguito alla sentenza della Corte di giustizia Ue, che ha stabilito che i limiti all’incrocio tra media e Tlc per un operatore non devono essere fissati rigidamente”. E spiega anche che è “una normativa momentanea che da all’Agcom, un’autorità indipendente, il potere di decidere sull’incrocio e sul pluralismo dell’informazione”.
Secondo il ministro dello Sviluppo la norma in questione “è generale” e “in futuro potrà riguardare aziende diverse”, tant’è che lui stesso – osserva – contesta “da sempre quando la politica fa norme ad aziendam ma non è neanche corretto farle contra aziendam”. Ad ogni modo, sottolinea, “l’Agcom potrebbe dire che non ci sono problemi per Vivendi”.
Quindi difende a spada tratta il provvedimento e se ne attribuisce la paternità: “La decisione su quella norma è mia” anche se “l’emendamento è stato presentato al decreto Covid da una relatrice del Pd” però “io ho ritenuto di chiarire che non è stata una sua iniziativa. Me ne assumo la responsabilità”.
Patuanelli rigetta ogni accusa di “inciucio” o di scambio: “Ho incontrato Confalonieri una sola volta per 20 minuti, Letta due volte in occasioni istituzionali e non abbiamo discusso di questi temi. Non ho mai contrattato con Fininvest questa norma, né lo ha fatto la sottosegretaria Mirella Liuzzi, che ha la delega in materia”.
Sul tema Forza Italia in soccorso al governo, il ministro dice: “Il Paese ha davanti sfide da affrontare nel modo più unitario possibile. L’atteggiamento della Lega e di Fratelli d’Italia è diverso da quello di Forza Italia. Nessuna preclusione, un dialogo è possibile ma la maggioranza è questa e non va cambiata”. E assicura: “E non cambierà per questa norma”.