AGI - Apple taglierà le commissioni per i piccoli sviluppatori: chi genera meno di un milione di dollari sull'App Store verserà nella casse della Mela il 15% dei proventi e non più il 30%. Una decisione autonoma ma non un gesto del tutto spontaneo, viste le tensioni con alcuni grandi sviluppatori e l'occhio dell'Antitrust europeo. Cupertino potrebbe incassare meno da una delle su più fluenti fonti di guadagno, ma gioca una mano senza rischi.
Quanto pesano i piccoli sviluppatori
Secondo le stime di Sensor Tower, nei primi dieci mesi del 2020 gli utenti hanno speso sull'App Store 59,3 miliardi di dollari. Facendo i conti con l'accetta, vuol dire che la commissione del 30% è valsa 17,8 miliardi. Si tratta di una cifra che dà un'indicazione di grandezza ma non può essere precisa. Per due motivi: non tiene conto di eventuali accordi tra Apple e singoli sviluppatori; le commissioni di app a pagamento e acquisti in app restano costanti, ma quelle sugli abbonamenti di applicazioni gratuite si riducono al 15% dopo il primo anno. Il punto, però, in questo caso, è un altro: secondo Sensor Tower, il 97,5% degli sviluppatore su iOS genera meno di un milione l'anno. Ma, messi insieme, muovono solo il 4,9% del fatturato dell'App Store. Tradotto: Apple accontenta la stragrande maggioranza dei suoi partner (allentando così la pressione sulle presunte regole liberticide del negozio) esponendosi a perdite molto ridotte.
Small Business Program: come funziona
Il taglio della commissione è stato battezzato “Small Business Program” e partirà dal primo gennaio 2021. Può partecipare sia chi è già sull'App Store e ha incassato meno di un milione nel 2020 ma anche gli sviluppatori esordienti. Dal programma si può uscire ma nel programma si può anche rientrare. Se si supera la soglia di fatturato, Apple tornerà ad applicare il 30% dal momento in cui viene sforata. Se invece uno sviluppatore che in passato ha guadagnato di più torna sotto il milione annuo, verserà il 15%, ma a partire dall'annata successiva. Il sistema è quindi più elastico in uscite che in entrata. Un altro fattore che riduce ulteriormente l'esposizione di Apple.
L'indagine Ue e la tensione con i big
La soglia del 30% ha attirato l'attenzione della Commissione Ue, che a giugno ha aperto un'indagine per appurare se le commissioni non fossero – come ha affermato la commissaria per la Concorrenza Margrethe Vestager – un fattore di “distorsione del mercato”. Cioè, in sostanza, una barriera all'ingresso per sviluppatori potenzialmente concorrenti di servizi Apple. Ad agosto, Epic Games (lo sviluppatore di Fortnite) ha annunciato una proprio “moneta” (i V-bucks) per acquisti in-app. Di fatto un sistema per eludere le transazioni su App Store e Google Play (e quindi le commissioni). Risposta: Fortnite escluso dai due negozi digitali. A Epic Games si sono accodate altre grandi società, che hanno fondato la “Coalition for app fairness”. Ne fanno parte, tra gli altri MatchGroup (cui fa capo Tinder), Spotify e Deezer. Il loro approccio è chiaro sin dalla homepage del sito: “Ogni giorno – si legge - Apple tassa i consumatori e distrugge l'innovazione”. Sedi dell'organizzazione: Washington e Bruxelles, cioè dove si prendono le decisioni in materia di concorrenza.
Un matrimonio di convenienza
Apple, che ha sempre respinto le accuse, ha prima commissionato uno studio (a luglio) che sottolineava come le tariffe dell'App Store non fossero così diverse da quelle applicate da altri protagonisti di altri settori. E adesso fa partire il programma per i piccoli sviluppatori. Che, come ha affermato Tim Cook, “costituiscono l'asse portante della nostra economia globale e il cuore pulsante dell'innovazione”. Una frecciata ai “grandi”? Forse. I numeri sul peso dei piccoli offrono diversi spunti: fanno volume e possono quindi avere un peso politico, ma non rivoluzionano il bilancio di Apple. Se questo significa che lo Small Business Program non nasconde trappole, vuol dire anche che la Mela non può prescindere dai grandi sviluppatori. Allo stesso tempo, nessun big dell'app economy può oggi fare a meno degli iPhone. Liti e negoziazioni in un matrimonio di convenienza in cui né marito né moglie possono permettersi il divorzio.