AGI - La sfida all'ultimo voto nella corsa alla Casa Bianca non preoccupa Wall Street che chiude l'election day in netto rialzo. A trainare il listino sono stati i titoli tecnologici, con il Nasdaq protagonista di un balzo del 3,85%, come non accadeva da aprile scorso. Il Dow Jones sale invece dell'1,35%, mentre l'S&P 500 avanza del 2,21%. L'indice Cboe, che misura la volatilità del mercato, è sceso ai minimi da due settimane, dopo aver toccato il massimo da 4 mesi alla vigilia del voto.
L'incertezza sul verdetto della notte elettorale non ha dunque spaventato gli investitori. Un po' perché era stato in parte già prezzato nei giorni scorsi sulla scia dei sondaggi. Un po' perché gli operatori si sono sentiti rassicurati dalla probabilità che, chiunque sarà il prossimo presidente, Senato e Camera continueranno a marciare divisi: il primo a guida repubblicana e la seconda a maggioranza democratica.
Ciò, spiegano gli analisti, significa che poco cambierà in termini di politiche fiscali ed economiche. E al mercato sta bene così. In particolare, perché un aumento dell'imposizione fiscale sulle grandi aziende sembra scongiurato.
I primi a beneficiare di un possibile stallo tra i due rami del Congresso sono stati i big tech. Un Senato dem con Biden presidente avrebbe rappresentato un pericolo in termini di maggiore regolamentazione e leggi antitrust più stringenti. Si spiega così il boom del Faang index.
Facebook è salita dell'8,32%, Amazon del 6,32%, Apple del 4,08%, Netflix del 2% e Alphabet (Google) del 6,09%. Bene anche Microsoft, in crescita del 4,82%. La fine della campagna elettorale significa anche un passo in avanti verso un nuovo pacchetto di aiuti all'economia. Magari non delle dimensioni sperate ma comunque consistente.
Più che alla politica, tuttavia, gli investitori sembrano ora guardare alla Fed che domani concluderà la riunione del suo direttivo e potrebbe annunciare una nuova iniezione di liquidità per contrastare gli effetti del ritorno del coronavirus e sostenere la ripresa. Che comunque il mercato abbia ancora qualche incertezza e tema lunghi strascichi legali alla notte elettorale lo testimonia il mercato obbligazionario con i Treasuries, tradizionale scudo difensivo, ampiamente comprati.
Il rendimento dei decennali è sceso allo 0,77%, mentre quello dei trentennali è diminuito all'1,55%, segnando il maggior calo giornaliero da giugno. Un andamento che non è piaciuto al comparto bancario che ha pagato dazio: il subsettore dello Standard & Poor's ha terminato in ribasso del 2,9%.