AGI - Il prodotto interno lordo italiano ha registrato una crescita del 16,1% nel terzo trimestre 2020 rispetto ai tre mesi precedenti. Lo comunica l'Istat, sottolineando che, a causa delle flessioni dei precedenti due trimestri dell'anno, nel confronto con il terzo trimestre del 2019 la variazione resta invece negativa nella misura del 4,7%. Il marcato recupero del terzo trimestre, sottolinea ancora l'istituto di statistica, riporta il volume del Pil ai livelli registrati nella prima metà del 2015. La variazione acquisita per il 2020 è pari a -8,2%.
La variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto sia nel comparto dell'agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell'industria, sia in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia di quella estera netta. Il terzo trimestre del 2020 ha avuto quattro giornate lavorative in piu' rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in piu' rispetto al terzo trimestre del 2019.
Il dato è nettamente superiore alle stime degli analisti che si attendevano un rimbalzo dell'11,2% su base congiunturale e una contrazione dell'8,7% su base annua. Nel secondo trimestre il Pil italiano aveva registrato un calo del 13% rispetto ai tre mesi precedenti, per una variazione tendenziale negativa pari a -17,9%.
Il "notevole" rimbalzo del Pil nel terzo trimestre, confermato dall'Istat, "è superiore a quanto stimato dalla maggior parte previsori" e "testimonia la capacità di risposta della nostra economia e l'efficacia delle misure decise dal governo", ha spiegato il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, intervenendo alla 96esima Giornata mondiale del risparmio. L'entità del rimbalzo, ha assicurato, “è tale che la previsione annuale pubblicata nella Nadef resterà valida anche nell'eventualità che nel quarto trimestre si verifichi una flessione dell'attività economica dovuta alle misure restrittive annunciate domenica scorsa dal Governo e all'impatto sui consumi dalla diffusione della pandemia”. E anche laddove nelle prossime settimane si dovesse ricorrere a misure più drastiche di contenimento dell’epidemia, “priorità assoluta” per il governo, e la crescita del Pil nel 2021 dovesse risultare inferiore al 6% previsto nel quadro programmatico della Nadef, ha aggiunto, “la ripresa sarebbe solo rinviata, non pregiudicata”.
Anche Germania, Francia, Spagna sono ripartite in estate. Il Pil tedesco è cresciuto dell'8,2% congiunturale nel terzo trimestre, dopo il -9,7% del secondo trimestre e contro un atteso +7,3%. Si tratta del livello più alto dal 1970, cioè da quando l'ufficio federale di statistica ha iniziato le sue rilevazioni. Su base annua il Pil ha subito una contrazione del 4,3%, dopo il -11,3% del secondo trimestre e contro un atteso -5,3%. Su queste basi, il ministero dell'Economia tedesco ha deciso di rivedere le sue stime: l'economia registrerà probabilmente una contrazione del 5,5% quest'anno a fronte del -5,8% previsto precedentemente.
Anche l'economia francese ha registrato un forte rimbalzo nel terzo trimestre dopo il crollo dovuto al lockdown di primavera. Il Pil è cresciuto del 18,2% su base congiunturale. Su base annuale la contrazione è stata del 4,3%. In Spagna invece il prodotto è aumentato del 16,7% nel terzo trimestre su base congiunturale, ma l'economia iberica registra ancora un saldo negativo dell'8,7% rispetto a un anno prima. A livello europeo, il Pil destagionalizzato è salito del 12,7% nell'area dell'euro e del 12,1% nell'Unione rispetto al trimestre precedente.