AGI - L'agenzia internazionale Standard & Poor’s Global Rating ha confermato il rating sovrano dell’Italia a 'BBB', mantenendolo due gradini sopra il livello 'junk', e ha migliorato l’outlook, portandolo da negativo a stabile.
"La decisione di alzare l'outlook dell'Italia assunta da Standard & Poor's - commenta il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri - conferma la solidità delle misure eccezionali adottate dal Governo nonchè l'importanza del vero e proprio cambio di paradigma avvenuto nell'Unione Europea per contrastare l'emergenza Covid".
S&P stima che l'economia italiana si contrarrà di circa il 9% quest'anno, per poi rimbalzare del 6,4% l'anno prossimo, sulla base dell’ipotesi che un vaccino efficace contro la Covid-19 sia ampiamente disponibile entro la seconda metà del 2021 o che gli effetti della pandemia si attenuino.
Inoltre prevede che il debito pubblico si attesterà al 149,8% del Pil alla fine del 2020, prima di stabilizzarsi a circa 147,1% del Pil nel 2021.
"La pandemia - si legge nel comunicato di S&P - ha colpito duramente l'economia italiana; secondo le nostre proiezioni, il Pil non tornerà ai livelli del 2019 fino al 2023".
Inoltre per S&P "nonostante le incertezze macroeconomiche", le misure prese dal governo italiano da Bruxelles e dalla Bce per contrastare la crisi "offrono alle autorità italiane un'opportunità per riavviare la crescita economica e invertire il deterioramento dei risultati di bilancio". Per questo, spiega S&P, l'agenzia ha rivisto il suo "outlook da stabile a negativo" e confermato i suoi rating 'BBB/A-2' sull'Italia".
S&P Global Rating fa sapere che potrebbe rialzare i rating dell'Italia "se vedessimo l'economia ottenere risultati migliori, ad esempio attraverso l'attuazione di riforme strutturali e fiscali favorevoli alla crescita". Al contrario l'agenzia potrebbe tagliare i rating "se le nostre proiezioni di ripresa economica seguite da un graduale consolidamento fiscale non si concretizzassero", oppure "se l'aumento delle passivita' dovute alle ampie garanzie fornite dal governo centrale dovessero cristallizzarsi in bilancio".