AGI - Più che una meteora, un fuoco fatuo. Dopo soli sei mesi dal lancio chiude Quibi, il servizio di video in streaming capace di raccogliere investimenti pari a 1,8 miliardi in poche settimane e attrarre investitori come Disney, Alibaba e Warner Bros. Troppo poco spazio nel mondo dei video online. Troppi pochi margini di manovra per trovare un'idea capace di ritagliarsi uno spazio tra big come Apple, Amazon e Netflix e business come quello di TikTok e YouTube.
Ad annunciare la fine delle operazioni è stato lo stesso fondatore della società Jeffrey Katzenberg in un post su Medium, confermando le voci raccolte in un'anticipazione del Wall Street Journal. "Riteniamo di aver esaurito tutte le nostre opzioni", si legge nel post. "Di conseguenza siamo arrivati non senza dolore alla conclusione difficile di chiudere ogni attività, restituire il denaro ai nostri creditori e ai nostri azionisti e dire addio ai nostri colleghi". In cassa restano poco più di 350 milioni di dollari, poi del fenomeno molto hollywoodiano Quibi non resterà altro.
Ci sono diversi fattori che hanno portato alla chiusura della startup. Il lancio di un servizio di video in streaming pensati per il mobile mentre il mondo stava per chiudersi in casa per colpa della pandemia, per esempio. Per alcuni analisti invece Quibi non aveva nulla di particolarmente innovativo, nulla che già non ci fosse in YouTube o TikTok, o altre piattaforme. Tesi che traspare anche dalla lettera che i fondatori hanno mandato ai dipendenti: "L'idea in sè non era abbastanza forte da giustificare un servizio di streaming".
Il resto le ha fatto il mercato ferino dell'economia digitale. Da quanto è emerso sulla stampa Usa, Katzenberg accortosi delle difficoltà di scalare con quel modello avrebbe cercato prima di farsi acquisire da Apple, Warner e Facebook. Ma le trattative non sono mai decollate. E allo stesso modo fallimentare è stato il tentativo di fare sbarcare almeno i video di Quibi sulla piattaforma di Mark Zuckerberg o sulla Nbc Universal. Quibi è stata lanciata il 6 aprile 2020.
Il modello di business dell'azienda si basava su prodotti esclusivamente pensati per smartphone, come serie tv. Prodotti fruibili su abbonamento, ma dopo il periodo di prova gratuito pochissimi avevano deciso di sottoscrivere il servizio. Nonostante i nomi di importanti registi chiamati a pensare contenuti per la piattaforma e due Emmy Award vinti, gli utenti sono rimasti pochi. Troppo pochi per sopravvivere nella giungla del digitale più di una manciata di mesi.