La Cina cresce del 4,9% nel terzo trimestre, nell’ultimo segnale di ripresa dell’economia dopo le chiusure dovute al contenimento dell’epidemia di Covid-19, pur rimanendo al di sotto delle attese che davano la crescita al 5,2% nel periodo compreso tra luglio e settembre.
Secondo i calcoli dell’Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino, su base congiunturale, la crescita tra luglio e settembre scorsi è stata del 2,7%. Nel secondo trimestre 2020, l’economia cinese era tornata in crescita, al 3,2%, dopo lo storico crollo dei primi tre mesi dell’anno, quando aveva registrato un calo del 6,8%.
Complessivamente, per i primi nove mesi del 2020, la crescita dell’economia cinese è stata dello 0,7%, riguadagnando il terreno perduto nei primi sei mesi dell’anno: a incidere sulle mancate aspettative del dato della crescita di oggi, secondo gli analisti, è soprattutto il forte aumento delle importazioni nel periodo tra luglio e settembre scorsi, con il picco del +13,2% registrato a settembre scorso.
Segnali di tenuta della ripresa arrivano anche dai dati dell’economia relativi al mese scorso. La produzione industriale cresce per il sesto mese consecutivo totalizzando il risultato migliore registrato quest’anno, a un ritmo del 6,9% su base annua, al di sopra del 5,8% atteso dagli analisti, e in ulteriore crescita rispetto al 5,6% di agosto scorso.
Incoraggianti anche i dati dei consumi interni, che rimangono comunque lontani dai livelli pre-epidemia: le vendite al dettaglio sono cresciute del 3,3% a settembre, superando le aspettative di un +1,8%, e registrando segno positivo per il secondo mese consecutivo, dopo il +0,5% di agosto scorso. Gli investimenti fissi sono cresciuti dello 0,8% rispetto allo stesso periodo del 2019, in linea con le attese. Si attenuano, contemporaneamente, i timori sul piano della stabilità sociale, con un rallentamento dell’indice di disoccupazione delle aree urbane, al 5,4% per il mese scorso, contro il 5,6% di agosto, e al di sotto del picco del 6,2% di febbraio scorso.
La Cina è l’unica grande economia prevista con segno positivo a fine anno, secondo le ultime stime del Fondo Monetario Internazionale, che prevede una crescita del gigante asiatico dell’1,9% per il 2020, mentre per il prossimo anno è prevista un'accelerazione all’8,2%. La ripresa della Cina è uno dei fattori principali che fanno ritenere al Fmi un contenimento del calo dell’economia a livello mondiale, oggi prevista al -4,4% a fine anno.
Mantenere la crescita è prioritario per Pechino, in un momento di “cambiamenti” e “turbolenze” a livello internazionale, spesso sottolineati dal presidente Xi Jinping, nei suoi discorsi pubblici: lunedì scorso, il primo ministro cinese, Li Keqiang, aveva chiesto “sforzi duri e autentici” per consolidare la ripresa. Ieri, il governatore della People’s bank of China, Yi Gang, ha assicurato che la Cina manterrà “un’accomodante politica monetaria per sostenere l’economia” nella ripresa dopo i lockdown dovuti al Covid-19, ora definito “sotto controllo”. In generale, ha aggiunto, “l’economia cinese rimane resistente, con un grande potenziale”.