AGI - Nel 2020 il debito pubblico a livello globale farà un balzo senza precedenti fino a quasi il 100% del Pil, ma i governi devono continuare a sostenere l'economia perché una cessazione prematura degli stimoli potrebbe innescare un'ondata di bancarotte fra le aziende con gravi ripercussioni sull'occupazione. E' quanto si legge nel Fiscal Monitor del Fondo Monetario Internazionale in cui si spiega che "l'aumento del deficit e la forte contrazione economica sono i principali motori di questa crescita" del debito pubblico. "Il 2020 sarà un anno eccezionale e il debito pubblico dovrebbe stabilizzarsi a circa il 100% del Pil entro il 2025, beneficiando comunque dei tassi di interesse molto bassi", si legge nel rapporto. "Questi alti livelli di debito pubblico non sono quindi il rischio più immediato", spiegano gli economisti del Fondo perché "la priorità a breve termine è quella di evitare il ritiro prematuro del sostegno fiscale. Il supporto dovrebbe persistere, almeno fino al 2021, per sostenere la ripresa e far rimarginare le cicatrici di lungo termine nel tessuto economico e sociale. La salute e l'istruzione dovrebbero essere considerate le priorità in ogni Paese".
L'invito alla cautela
L'Fmi abbandona quindi l'abito tradizionale di custode del rigore per invitare i governi a spendere per aiutare l'economia alle prese con la "crisi peggiore dalla Grande Depressione", sulla scia degli appelli già arrivati da Bce e Fed. La direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, ha sottolineato che sostenere le famiglie e le aziende resta "fondamentale" per uscire dalla crisi innescata dal Covid-19. "Staccare la spina troppo presto provocherebbe gravi danni", ha avvertito nel corso di una conferenza stampa. "Una ripresa durevole sara' possibile solo se sconfiggeremo la pandemia ovunque" e ha sottolineato che "gli investimenti pubblici, specialmente in progetti verdi e nelle infrastrutture digitali, potrebbero aiutare la creazione di milioni di posti di lavoro", ha aggiunto.