AGI - Non solo crescita, deficit e debito. La Nadef, che ha ricevuto ieri sera l'ok dal Consiglio dei ministri, evidenzia gli obiettivi principali della politica di bilancio del prossimo triennio del governo. Davanti a noi l'opportunità di rilanciare la crescita ma serve un programma "ambizioso" e "un cambio di passo e di mentalità", spiega Gualtieri. Tra le direttrici sulle quali l'esecutivo intende impostare la strategia post Covid, uno degli obiettivi principali della politica di bilancio è il fisco.
Il patto fiscale con i cittadini
A metterlo nero su bianco è lo stesso Gualtieri, nella premessa della nota di aggiornamento, nella quale propone un vero e proprio patto fiscale con i cittadini che premi la fedeltà fiscale e contributiva delle imprese e dei lavoratori con un calo tasse. Nello specifico, si legge, "verrà introdotto un nuovo fondo da alimentare con i proventi delle maggiori entrate legate all'aumento della compliance fiscale che verranno successivamente restituiti, in tutto o in parte, ai contribuenti sotto forma di riduzione del prelievo".
La riforma del fisco, che verrà costruita nel corso del prossimo triennio, "sarà disegnata in maniera coerente con la legge delega in materia di assegno unico (che avrebbe una dota di 6 miliardi in manovra), anche per favorire la partecipazione femminile al mercato del lavoro e aumentare la crescita demografica".
I numeri della Nadef
La caduta del Pil nel 2020 è del -9% per poi rimbalzare a +6% nel 2021. Nel 2022 il Pil cresce del 3,8% e nel 2023 del 2,5%. Il recupero del Pil ai livelli precedenti al Covid è previsto già nel 2022 sulla base della stima programmatica tenendo conto delle misure che verranno adottate dal governo. Per quanto riguarda il rapporto debito/Pil, nel 2020, salirà di circa 23,4 punti percentuali su base annua e sarà pari al 158 per cento, superiore di quasi 2,3 punti percentuali a quella indicata nel Programma di Stabilità di aprile nello scenario inclusivo delle nuove politiche. Con le misure adottate per far fronte all'emergenza, il deficit/Pil schizzerà al 10,8% nel 2020 (dall'1,6% dello scorso anno).
Quanto valgono manovra e sovvenzioni Recovery
La prossima legge di bilancio e le sovvenzioni della Recovery and Resilience Facility "avranno un valore complessivo pari a circa il 2 per cento del Pil nel 2021" e questo corrisponde a circa 35 miliardi di euro.
"La crescita economica ne beneficerà significativamente, attestandosi al sei per cento. Nel biennio successivo - spiega il ministro - l'intonazione espansiva della politica di bilancio si attenuerà gradualmente fino a raggiungere un avanzo primario di 0,1 punti percentuali e un indebitamento netto in rapporto al Pil del tre per cento".
Pil a livelli pre-Covid nel 2022
Il livello del Pil registrato nell'anno precedente la pandemia verrà recuperato nel 2022. "Per il terzo trimestre - sottolinea il ministro - si stima ora un rimbalzo superiore a quello ipotizzato nel Def. Gli ultimi indicatori disponibili tracciano, infatti, un andamento in crescita nei mesi estivi per la produzione industriale, il settore delle costruzioni e il fatturato dei servizi.
Sebbene le prospettive future continuino a essere caratterizzate da una notevole incertezza, che sconta l'imprevedibilità dell'evoluzione della pandemia in Italia e all'estero, nonché dell'effettiva disponibilità di vaccini efficaci e di eventuali terapie, la politica economica deve progressivamente passare dalla fase della protezione del tessuto economico-sociale a quella del rilancio della crescita nel breve così come nel medio-lungo periodo".
Attenzione all'ipotesi di scenario avverso
In uno scenario più sfavorevole per quanto riguarda l’evoluzione dell’epidemia, con un sensibile aggravio della ripresa dei contagi e un aumento dei ricoveri ospedalieri, indurrebbe il Governo a reintrodurre misure precauzionali, (sparisce qui il riferimento a "chiusure selettive" presente invece nella bozza circolata ieri) peraltro meno drastiche che nella scorsa primavera.
"In base a tali impatti, la previsione annuale di caduta del Pil per il 2020 scenderebbe dal -9,0 per cento del quadro tendenziale a -10,5 per cento. La crescita del Pil nel 2021 si fermerebbe all’1,8 per cento, contro il 5,1 per cento del tendenziale".
Misure tra le migliori, calo occupazione sotto il 2%
Secondo l'esecutivo, nel confronto internazionale la combinazione delle misure di politica sanitaria e di politica economica "si è rivelata, ad oggi, tra le migliori, riuscendo a garantire un efficace contrasto alla diffusione del virus e al contempo la maggior tutela possibile dei redditi e della capacità produttiva". A fronte di un crollo del Pil stimato al 9 per cento nel 2020, infatti, l'occupazione è prevista ridursi di meno del due per cento.
Investimenti pubblici torneranno sopra la media Ue
Un ruolo cruciale nel Piano nazionale di ripresa e resilienza sarà svolto poi dagli investimenti pubblici, che verranno "significativamente aumentati nei prossimi anni con l'obiettivo di riportarli su livelli superiori sia a quelli precedenti la crisi del 2008 sia alla media europea".