AGI - Oltre ad accelerare la transizione energetica, i progetti di Eni legati al Recovery Fund creeranno grandissime opportunità per nuovi posti di lavoro. "Solo per i progetti che noi abbiamo presentato nei 4, 5, 6 anni, si svilupperà una mole di lavoro incredibile. Per la parte progettuale sono più di 70-80.000 posti di lavoro. Poi per il mantenimento dei progetti ce ne saranno altri. C'è quindi occupazione e formazione e si può mettere in moto una macchina del cambiamento, progetti legati alla decarbonizzazione e quindi a un futuro, nel nostro caso energetico, pulito. E' una grossa opportunità". Lo ha detto l'ad di Eni, Claudio Descalzi, intervenendo all'Italian Energy Summit del Sole 24 Ore parlando dei progetti legati al Recovery Fund. "Dobbiamo essere concentrati e consapevoli senza perderci in inezie", ha puntualizzato l'ad Eni.
Il Recovery accelererà iniziative già intraprese
I progetti di Eni legati al Recovery Fund "sono maturi, progetti che abbiamo già realizzato e stiamo realizzando. Il Recovery ci aiuta ad accelerare. L'idea è quella di uscire da un momento di stasi, soprattutto per l'oil&gas a livello di business, e riuscire a prendere una strada nuova. Lo faremmo comunque ma in tempi diversi", ha sottolineato Descalzi.
Le priorità, ha proseguito, "vengono dallo sviluppo tecnologico, dalla ricerca scientifica e dalla collaborazione con le università che abbiamo sviluppato negli ultimi anni. Abbiamo già realizzato molto, abbiamo fatto tanto sui biocarburanti, sulle rinnovabili, sul progetto di energia dal moto ondoso. Si tratta di progetti legati alla trasformazione del nostro business oil&gas che diventerà un business legato alla circolarità e a fonti non più fossili. C'è uno sviluppo futuro - ha evidenziato il manager - che sarà completamente slegato dagli idrocarburi".
Serve pragmatismo nei progetti
Per cogliere appieno le opportunità derivanti dal Recovery Fund "serve avere progetti, condizione importante ma non sufficiente. Bisogna essere pragmatici, serve velocità, non girando intorno alle cose ma decidere cosa fare e realizzarlo in modo concreto e rapido. Serve competenza e capacità di realizzazione per riuscire a investire", ha sottolineato. "Servono tante cose, un grosso coordinamento tra le aziende che dovranno investire e il pubblico che rappresenterà tali progetti. Ci vuole, ed è gia iniziata, una grande collaborazione, un'intesa, un confronto con le istituzioni per farci vincere in Europa. Non siamo gli unici a proporre progetti, parlo del campo energetico, ma c'è una grande competizione. Poi sarà importante essere capaci, in modo pragmatico, di spendere questi soldi", ha evidenziato Descalzi.
Necessarie normative che aiutino la transizione
Le istituzioni oltre a dare obiettivi dovranno provvedere ad attualizzare le normative che accompagnano la transizione energetica. "Oltre agli obiettivi serve un coordinamento nelle normative. Non possiamo pensare a un futuro con normative datate, legate a una struttura industriale ed energetica completamente differente. Le istituzioni devono pensare anche a normative che aiutino la transizione. Questi prodotti decarbonizzati che non vengono più dagli idrocarburi dovranno essere aiutati. Le rinnovabili sono state aiutate con incentivi, tutto il resto dovrà essere sostenuto come ad esempio l'idrogeno", ha evidenziato l'ad di Eni perche' "e' giusto dare obiettivi di decarbonizzazione ma poi bisogna lavorare per creare un sistema che permetta questi investimenti e lo sviluppo".