AGI - L'export italiano Tornera un Crescere in maniera relativamente Rapida, nonostante le avversità Che l'Italia ha Ereditato dal 2019 - con Pil e commercio internazionale Che rallentano, instabilità geopolitiche ed escalation protezionistica - e le pesanti ricadute Economiche della pandemia di Covid- 19. A sostenerlo è Sace nel suo Rapporto Export “Open ( again )”.
F orte contrazione nel 2020, recupero quasi totale nel 2021
Sace prevede una ripresa relativamente rapida gia 'dal 2021 per le nuove italiane (+ 9,3%), caratterizzato anche da una componente di "rimbalzo statistico", con una crescita media nei due anni successivi del 5,1%. Un ritmo non trascurabile se si confronta con il 3% medio annuo registrato tra il 2012 e il 2019 e che permettera 'alle nostre vendite di beni all'estero di raggiungere quota 510 miliardi di euro alla fine dell'orizzonte di previsione, cioe' nel 2023. Secondo le previsioni di Sace, nel 2021 le descrizioni italiane di beni arriveranno al 97% circa del valore segnato nel 2019, un recupero pressoche 'totale dopo la caduta nel 2020.
Con restrizioni prolungate rischio crollo export, -21,2% nel 2020
Nel caso in cui le restrizioni all'attivita 'economica e le misure di distanziamento sociale attualmente in essere in molte geografie venissero allentate in maniera piu' lenta e graduale rispetto allo scenario base il valore dell'export italiano di beni registrerebbe un crollo del 21, 2% nel 2020. Sace poi ha studiato anche l'ipotesi in cui viene istituito un nuovo lockdown su scala globale nei primi mesi del 2021. Tale scenario condurrebbe una caduta del Pil mondiale anche nel terzo trimestre del 2020 e, nonostante una lieve ripresa Negli ultimi tre mesi dell'anno, porterebbe a chiudere il 2020 in flessione del 12,2% per poi iniziare una ripresa vera e propria dal 2021 (+ 7,1%).
Ripartenza in salita in Ue e Usa, meglio in Medio Oriente
La ripartenza presenterà un certo grado di eterogeneità: i mercati dell'Europa avanzata e del Nord America - che insieme rappresentano oltre il 60% delle vendite estere italiane - subiranno quest'anno la contrazione più marcata (con una flessione media dei Paesi europei dell ' 11,4% e di Stati Uniti e Canada del 9,8%) e un rimbalzo che, seppur rilevante, non supererà i livelli pre-crisi prima del 2022 Reattiva la risalita dell'export italiano di beni verso l'Europa emergente el ' area Csi dove, grazie anche a una flessione relativamente contenuta nell'anno in corso (-8,1%), le nostre vendite riusciranno a raggiungere e finanche a superare i livelli del 2019 già l'anno prossimo.
Ripresa più celere per il nostro export verso il Medio Oriente e Nord Africa - nonostante il calo del prezzo del petrolio - con un recupero pressoché totale già dal prossimo anno (+ 9,5%).
In Asia i venti della ripartenza soffiano ma con non poche difficoltà: le previsioni dell'export nel 2020 sono negative (-10,9%) e riflettono le stime sull'andamento del Pil della regione, che interromperà due decenni di forte crescita. Nonostante lo shock, si prevede un ritorno alla crescita per i Paesi asiatici già nel 2021, e un aumento dell'export italiano verso l'area del 9%. In America Latina, nel 2020 le entrate verso le sei più grandi economie caleranno in media dell'8,2% ma nel 2021 è prevista una ripresa media del 7,5%.
M ercati esteri sono fattore d i vantaggio per le impre se
Secondo Alessandro Terzulli , Chief Economist di Sace , "in un momento in cui è necessario ridefinire le strategie di posizionamento internazionale per dare nuovo slancio al business, il presidio dei mercati esteri, specie quelli geograficamente e culturalmente più distanti, rappresenterà sempre più un fattore fondamentale di vantaggio competitivo per le nostre imprese ”.