AGI - Dopo aver macinato record su record per tutta l'estate, Wall Stret entra con nervosismo in due mesi cruciali, tradizionalmente fra i più volatili dell'anno. L'andamento del mercato statunitense è sotto la lente anche in vista delle presidenziali, in cui l'economia sarà uno dei, se non "il", fattore cruciale.
Il doppio scivolone di ieri e oggi
Lo scivolone di ieri, con il Nasdaq che ha sfiorato il -5% e l'S&P 500 che ha perso il 3,5%, e l'andamento decisamente negativo di oggi, fanno temere alcuni analisti che il rally che da marzo ha riportato gli indici sui massimi storici stia perdendo forza. Ieri l’indice FANG, dove ci sono i big dell’alta tecnologia, ha chiuso in calo del 6%, la peggior seduta dal 16 marzo del 2020, quando la variazione negativa fu del 13%. Apple in due sedute ha perso oltre il 10% bruciando più di 220 miliardi di dollari di capitalizzazione, tornando sotto quota 2000 miliardi; anche Amazon, Facebook, Microsoft e Google hanno lasciato sul terreno quote significative di valore, così come Tesla, uno dei titoli saliti di più negli ultimi mesi, e Zoom. I cali, tuttavia, sono minimi rispetto ai guadagni dei mesi scorsi: il Nasdaq, a oggi, è in rialzo del 28% da inizio anno e del 70% dai minimi di marzo.
Le sfide dell'autunno
Dopo il miglior agosto da oltre 30 anni l'autunno però porta con sé diverse domande, e infatti gli indicatori sulla volatilità, sono risaliti, con il Vix su livelli che non si vedevano da inizio luglio. La forza della ripresa dell'economia mondiale dopo la pandemia da Coronavirus, d'altra parte, è ancora tutta da testare e sono diversi i temi che potrebbero metterla alla prova, sia interni che esteri.
Da settimane la politica statunitense, tutta protesa verso la sfida fra Donald Trump e Joe Biden, è in stallo su un nuovo pacchetto di stimolo all'economia; con la Cina le tensioni sono tornate in più occasioni a farsi sentire; le nuove politiche della Fed, annunciate dal presidente Jerome Powell al simposio di Jackson Hole, devono ancora essere esplicitate e per questo si guarda al 16 settembre, ultimo incontro della Fed prima delle elezioni di novembre.
Ad aumentare le fragilità del mercato c'è anche il 'peso' che alcune aziende, le big della tecnologia, hanno acquisito: Apple, Amazon, Microsoft, Alphabet (la holding di Google, ndr) e Facebook valgono tutte assieme 7mila miliardi di dollari. Anche nella politica americana sta crescendo il partito che vuole in qualche modo 'limitare' lo strapotere di queste società. Che, da parte loro, sono i deus ex machina della corsa di questi mesi di Wall Street, visto che basta che vadano bene le loro azioni per far salire l'indice, dove, infatti, molti titoli viaggiano ancora a meno della metà dei massimi storici.