AGI - Il numero uno di Confindustria, Carlo Bonomi, torna ad attaccare il governo: le misure adottate per affrontare la pandemia sono state troppo frammentate. A fronte dell'impegno di 100 miliardi di euro, non sono ancora stati sciolti i nodi che imbrigliano la crescita e il Paese versa nell'incertezza, scrive in una lettera interna. E i confronti con le parti sociali si sono rivelati inutili come gli Stati Generali. Invita gli industriali ad essere uniti per cambiare il Paese e a respingere ogni tentativo di "intimidazione" e annuncia che l'assemblea pubblica si terrà il 29 settembre.
Tanti i temi toccati nella lunga missiva ai presidenti: dal rinnovo dei contratti che dovranno essere 'rivoluzionari' e non dovranno vedere il vecchio scambio salari-orari, alla riforma del fisco (un'Araba Fenice' che ancora non si vede), al binomio cig-blocco licenziamenti che non può essere portato avanti all'infinito. Fino alle preoccupazioni sull'apertura delle scuole su cui c'è ancora "tanta incertezza" e ai giovani: non bisogna derubargli il futuro perché questo accrescerà le fratture sociali.
Spesi 100 miliardi ma il Paese è nell'incertezza
"Se pur vero che nessuno era preparato a gestire gli effetti di una pandemia di questa natura è altrettanto vero che tutti i provvedimenti messi in campo in questi mesi, che hanno impegnato risorse ingenti per circa 100 miliardi di euro, non hanno sciolto alcun nodo che imbriglia la crescita del nostro paese", afferma Bonomi.
"L'incertezza del Paese è figlia della mancanza di una visione complessiva, basata su chiare priorità strategiche e su scelte conseguenti e necessarie per il decollo del Paese. I numerosi interventi specifici, i bonus frammentati e nuovi fondi accesi presso ogni Ministero, non sono certo stati la risposta articolata ed efficace che ci aspettavamo".
Non si può congelare il mercato del lavoro
Protrarre "a oltranza" la scelta di congelare il mercato del lavoro con ammortizzatori e blocco licenziamenti "è un errore molto rischioso". "Per noi imprese, restare ancorati all'idea della Cig, cioè tentare di congelare il lavoro dov’era e com'era, è in molti casi un errore profondo, poiché ritarda le riorganizzazioni aziendali, i nuovi investimenti e le nuove assunzioni che pur son necessarie e a cui dobbiamo pensare".
Ridurre il cuneo fiscale, per tutti
E' necessaria "una riduzione strutturale e generale del cuneo fiscale per tutti, visto che la riforma del fisco è un'altra Araba Fenice più volte annunciata dal governo ma di cui in dettaglio non sappiamo nulla".
La stoccata ai sindacati sui contratti
"All'accusa che i leader sindacali hanno rivolto a Confindustria di non volere i contratti abbiamo risposto con chiarezza che Confindustria i contratti li vuole sottoscrivere e rinnovare. Solo che li vogliamo 'rivoluzionari'". Bonomi sottolinea di voler scardinare il "vecchio scambio di inizio Novecento tra salari e orari. Sono il lavoro e le tecnologie, i mercati e i prodotti, le modalità di produrli e distribuirli, ad essersi rivoluzionati, tutti e infinite volte rispetto a decenni fa".
I giovani al centro
"Un Paese che deruba le giovani generazioni con un welfare squilibrato sulla previdenza e che le priva della formazione di base e permanente necessaria di fronte all'evolversi delle tecnologie, è un paese che rende ancor meno sostenibile il suo debito. L'ingiustizia tra generazioni accresce le fratture sociali: ce l'ha ricordato Draghi e in molti hanno finto di applaudirlo visto che in concreto poi vogliono il contrario".
Sì al Mes, il Recovery Fund non è un bancomat
Il Recovery Fund "non è un bancomat illimitato per ogni tipo di misura". Il Governo ha "il dovere di presentare delle proposte concrete" e deve "mettere da parte ogni pregiudizio antieuropeista" come quello sul Mes sanitario "più che mai necessario", mentre le risorse Ue non devono essere usate per "bonus a pioggia, conferme di Quota 100 o per tagli alle tasse non sostenuti da revisioni della spesa".
L'appello agli industriali
Di fronte a "un blocco di partiti politici e pezzi di società italiana" che attraverso "erronee illusioni crede di rinviare o impedire la necessità di innovazioni profonde nel sistema pubblico e nelle rendite improduttive che alimenta", e che con "tentativi di vera e propria intimidazione delle imprese" vuole indurle "a tacere", "gli industriali devono essere uniti per trasformare il Paese o il loro compito sarà più improbo". L'obiettivo di Bonomi è far diventare l'Italia "quel Paese dell'innovazione permanente, capace di accogliere e trattenere i nostri figli, che, noi sappiamo, essa può e deve essere".