AGI - È meno di un anno che Leonardo Del Vecchio, tramite la sua Delfin, è entrato in Mediobanca, diventandone, in breve tempo, il primo socio, grazie anche all'uscita di Unicredit. Ecco le dichiarazioni del manager che hanno segnato le principali tappe della sua ascesa.
L'ingresso e i primi affondi
Lo scorso 17 settembre Delfin è spuntata nel capitale dell'istituto di Piazzetta Cuccia con il 6,94% del capitale, raccolto con un'investimento dell’ordine di 580 milioni. L’imprenditore ha dichiarato di essere di lungo periodo, "un’ottima opportunità per la qualità, la storia e le potenzialità di crescita di Mediobanca in Italia e all’estero. Daremo il nostro sostegno per accelerare la creazione di valore a vantaggio di tutti gli stakeholder". Poco dopo, a ottobre, Del Vecchio ha iniziato però a punzecchiare il management dell'istituto: prima ha detto di aspettarsi "un nuovo piano industriale che non basi i risultati di Mediobanca solo su Generali e Compass ma progetti un futuro da banca di investimenti", poi ha invitato la banca a "non sedersi sugli allori" e a crescere "con acquisizioni come hanno fatto Intesa e Lvmh”. “Si sono fatti scappare diverse occasioni, non possono andare avanti a prendere dividendi da Generali, devono diventare più grandi”, ha poi aggiunto.
L'uscita di Unicredit e i nuovi acquisti
Passano meno di due mesi e, la prima settimana di novembre, Jean Pierre Mustier, ad di Unicredit, smantella la storica partecipazione dell'istituto in Mediobanca, vendendo la propria quota di oltre l'8%, che ne faceva il primo socio singolo. Tramite la banca francese Natixis Del Vecchio si porta al 9,9%, il massimo che gli è consentito dalle norme.
Il piano di Mediobanca e le lodi di Del Vecchio
Appena una settimana dopo l'ad di Mediobanca, Alberto Naghel, presenta il nuovo piano dell'istituto, che definisce di "crescita robusta e qualitativa". Gli obiettivi "vanno nella direzione auspicata", commenta Del Vecchio, aggiungendo di "apprezzare lo sforzo fatto dal management" e di essere "soddisfatto dei risultati economici raggiunti".
La voglia di salire e le reazioni politiche
Con il 2020, poco dopo la fine del lockdown, si concretizza la volontà - già ipotizzata nei mesi precedenti - di salire oltre il 10% e arrivare fino al 20%: Delfin, a fine maggio, il 29, avanza la richiesta alla Bce. Le mosse di Del Vecchio vengono osservate con attenzione anche dalla politica: diverse le interrogazioni sul futuro di Mediobanca e di Generali, di cui l'istituto è il primo socio. In una delle bozze del Dl Agosto appare un articolo, poi stralciato, che gli addetti ai lavori leggono come legato alla partita Del Vecchio-Mediobanca.