AGI - Il traffico aereo è ripartito dai minimi di aprile, ma è ancora meno della metà di quello dello scorso anno. In questo scenario, certificato dalla Iata, il governo lavora al rilancio di Alitalia e le altre compagnie aeree, europee e mondiali, fanno i conti con tagli massicci di personale e prestiti ponte da parte dei governi per affrontare le conseguenze della pandemia da coronavirus.
- Le stime Iata
Per l'organizzazione che riunisce 290 compagnie aeree in tutto il mondo, nel breve termine, la ripresa in Europa resta "molto incerta in vista di una nuova ondata di pandemia e dell'ancora maggiore impatto sull'economia globale che potrebbe avere". Per la Iata in Europa sono a rischio "oltre 7 milioni di posti di lavoro" legati al trasporto aereo, compreso il settore turistico, stima rivista al rialzo di un milione rispetto a giugno. Nel dettaglio, in Francia, Gran Bretagna e Germania il calo del traffico nel 2020 è stimato al 65%. In Spagna e in Italia al 63%. Il Paese europeo più colpito dovrebbe essere la Norvegia, con un calo previsto del 79%. La Iata stima inoltre per il 2020 a 419 miliardi di dollari il deficit a livello globale per il settore, uno dei più colpiti dalla pandemia che ha messo a terra quasi tutta la flotta mondiale al culmine della crisi. Infine, non prevede un ritorno del traffico ai livelli del 2019 prima del 2024.
- I nuovi tagli
Per far fronte a questo scenario, le compagnie aeree stanno mettendo in campo una seconda ondata di tagli di costi e di personale. Se a inizio luglio Lufthansa aveva già annunciato 22 mila uscite, Air France il taglio di 7.500 posti, l'Americana United Airlines il possibile licenziamento di 36mila persone e le britanniche British Airways, Virgin Atlantic e EasyJet la perdita di quasi 20mila occupati, c'è anche chi è già al 'secondo giro'. Stamattina, infatti, l'australiana Qantas ha detto che eliminerà altri 2500 posti di lavoro, esternalizzando le attività di handling in Australia per abbassare i costi e assorbire l'impatto sui ricadi della pandemia da coronavirus. I nuovi tagli si aggiungono ai 6 mila già annunciati in giugno e portano la diminuzione del personale a circa il 30% della forza lavoro pre-Covid.
Nei giorni scorsi la compagnia aerea australiana ha annunciato l'uscita dell'ad della divisione 'International', che ora riporta allo stesso manager di quella dei voli domestici, perché il gruppo si aspetta che i propri voli internazionali rimangano fermi almeno fino a metà 2021. Anche Finnair taglierà 1.000 posti di lavoro, pari a circa il 15% della propria base dipendenti, e cercherà di effettuare altri risparmi a livello operativo per fronteggiare gli effetti della pandemia. "I nostri ricavi sono calati significativamente a causa della pandemia da Covid-19, ma alcuni fattori che hanno causato questo calo sembrano persistere più a lungo di quanto stimato inizialmente, ha detto l'ad Topi Manner.
Sas, da parte sua, ha chiuso il terzo trimestre del suo anno fiscale, ovvero il periodo maggio-luglio, in rosso di 228 milioni di euro (2,37 miliardi di corone svedesi), nonostante un calo dei costi del 67%, che non è bastato a compensare un crollo dell'80% dei ricavi. Il gruppo ha messo in congedo, a metà marzo, il 90% dei propri dipendenti e ha annunciato l'intenzione di tagliare 1.900 posizioni in Svezia, 1.300 in Norvegia e 1.600 in Danimarca, pari al 40% della sua forza lavoro. Sas ha anche ottenuto, nei mesi scorsi, una linea di credito da oltre 300 milioni di euro garantita da Svezia e Danimarca e sta lavorando a un piano di ricapitalizzazione concordato con i suoi principali proprietari - compresi gli stati svedese e danese - per raccogliere l'equivalente di oltre un miliardo di euro per far fronte agli effetti del coronavirus. Il piano di ricapitalizzazione, approvato a metà agosto dalla Commissione europea, mira anche a convertire in capitale 2,25 miliardi di corone di debito e deve ancora essere approvato dai creditori.
- L'annuncio di American Airlines
American Airlines intende tagliare 19.000 posti di lavoro negli Stati Uniti a ottobre a meno che il governo non estenda gli aiuti alle compagnie aeree per pagare i dipendenti. Con la pandemia da coronavirus che continua a pesare sul settore, i 25 miliardi di dollari stanziati dal governo si stanno esaurendo senza una ripartenza del settore in vista. Incluse le uscite volontarie American Airlines vedrà la propria forza lavoro scendere dalle 140 mila persone dello scorso marzo a circa 100 mila in ottobre. "In breve, American's avrà almeno 40 mila persone in meno il 1 ottobre di quando siamo entrati in questa pandemia", ha scritto l'ad Doug Parker in un memo ai dipendenti.
- Gli effetti sui bilanci
Le ultime stime pubbliche della Iata, che però verranno probabilmente riviste al ribasso, stimano che per il 2020 le compagnie vedranno dimezzarsi il fatturato e registreranno perdite per 84,3 miliardi di dollari. Il debito globale sarà di 120 miliardi superiore al livello di fine 2019, per un totale di 550 miliardi di dollari, pari a circa il 92% dei ricavi attesi l’anno prossimo.