AGI - La direzione che Europa e governi hanno messo in campo con la risposta contro il coronavirus va "nella direzione corretta", ma ora tornare alla crescita è "un imperativo assoluto" e per farlo bisogna investire sui giovani e sulla loro istruzione. L'ex presidente della Bce, Mario Draghi, aprendo il Meeting di Rimini, analizza così la situazione che si è venuta a creare con la pandemia, che è stata affrontata col "pragmatismo" necessario, sospendendo "molte delle regole che avevano disciplinato le nostre economie".
La risposta di UE e governi
Se per ora è stato "evitato che la recessione si trasformasse in una prolungata depressione", mobilitando "tutte le risorse disponibili per proteggere i lavoratori e le imprese che costituiscono il tessuto delle nostre economie", al tempo stesso "l’emergenza e i provvedimenti da essa giustificati non dureranno per sempre".
"Da questa crisi l'Europa può uscire rafforzata", ha spiegato Draghi, indicando che la risposta data fino ad ora poggia "su un terreno reso solido dalla politica monetaria". "Nell’Europa forte e stabile che tutti vogliamo, la responsabilità si accompagna e dà legittimità alla solidarietà. Perciò questo passo avanti dovrà essere cementato dalla credibilità delle politiche economiche a livello europeo e nazionale", ha aggiunto Draghi. L'Europa sta affrontando "un tempo di incertezza, di ansia, ma anche di riflessione, di azione comune". È arrivato "il momento della saggezza nella scelta del futuro che vogliamo costruire" e queste scelte vanno fatte ora, con "riforme anche profonde dell’esistente" a cui "occorre pensare subito".
Dalle scelte messe in campo, a partire dal debito comune e dal recovery fund, potrebbe poi nascere anche il futuro istituzionale dell'Unione Europea. Le risposte di Bruxelles alla crisi possono "diventare il principio di un disegno che porterà a un ministero del Tesoro comunitario la cui funzione nel conferire stabilità all'area dell'euro è stata affermata da tempo", mentre viene riconosciuto "il ruolo che un bilancio europeo può avere nello stabilizzare le nostre economie". "La creazione di un bilancio europeo, anch’essa prevedibile nell’evoluzione della nostra architettura istituzionale, un giorno correggerà questo difetto che ancora permane", ha indicato Draghi.
Il debito e i giovani
Rispondere allo scoppio della crisi, tuttavia, ha significato far crescere il deficit e la ricostruzione dell'economia dai danni creati dal coronavirus "sarà inevitabilmente accompagnata da stock di debito destinati a rimanere elevati a lungo". "Questo debito, sottoscritto da Paesi, istituzioni, mercati e risparmiatori, sarà sostenibile, continuerà cioè a essere sottoscritto in futuro, se utilizzato a fini produttivi – ad esempio investimenti nel capitale umano, nelle infrastrutture cruciali per la produzione, nella ricerca ecc – se è cioè "debito buono”", ha spiegato. "La sua sostenibilità verrà meno se invece verrà utilizzato per fini improduttivi, se sarà considerato 'debito cattivo'".
"Essenziale", dunque, sarà investire sui giovani e sulla loro istruzione, un tema su cui "la visione di lungo periodo deve sposarsi con l'azione immediata". "Questo è stato sempre vero ma la situazione presente rende imperativo e urgente un massiccio investimento di intelligenza e di risorse finanziarie in questo settore", ha aggiunto l'ex presidente della Bce. Per Draghi "c'è anche una ragione morale che deve spingerci a questa scelta e a farlo bene: il debito creato con la pandemia è senza precedenti e dovrà essere ripagato principalmente da coloro che sono oggi i giovani. È nostro dovere far sì che abbiano tutti gli strumenti per farlo pur vivendo in società migliori delle nostre".