AGI - Le imprese in Italia "vanno meglio del previsto", la "ripresa è in corso", ma la "stagione autunnale sarà cruciale". A prevederlo un'analisi del Financial Times, che cita il caso dell'azienda di Avellino di Salvatore Amitrano, con stabilimenti Italia, Turchia, Slovacchia e Polonia, che produce componenti per elettrodomestici con un fatturato annuo di circa 25 milioni di euro. La società, durante il lockdown, tra marzo, aprile e maggio, ha subìto un calo del 50% delle vendite, ma ora, dopo la riapertura, è in piena ripresa prevede, a fine anno, di registrare un calo del 15% del fatturato, inferiore a quello del 30% che aveva inizialmente stimato. "Amitrano - nota il Ft - non è l'unico la cui attività supera le aspettative".
Il crollo del Pil e la ripresa della produzione
Il Pil dell'Italia nel secondo trimestre è crollato del 12,4% congiunturale, una contrazione record ma migliore del previsto e inferiore al -18,5% della Spagna e al -13,8% della Francia. Inoltre a giugno la terza economia dell'Eurozona ha registrato un aumento mensile della produzione industriale dell'8,2% destagionalizzato, superiore alle attese e, come ha spiegato al Ft, Fabiano Schiavardi, economista della Luiss, "in gran parte dovuto ai passi compiuti dal governo per aiutare le imprese a superare la pandemia, come sovvenzioni, prestiti a basso costo e misure per sostenere l'occupazione", oltre che, ha aggiunto, "alla creazione del fondo di ripresa Ue e al ruolo del meccanismo europeo di stabilità".
Tuttavia, come nota il giornale britannico, "gli economisti temono che un nuovo aumento dei contagi questo autunno possa minare la ripresa economica dell'Italia. Il conteggio giornaliero dei nuovi casi ha iniziato ad accelerare nell'ultimo mese, anche se meno rapidamente che in molti altri paesi europei. "L'Italia ha certamente lavorato bene fino ad ora nel contenere la diffusione del virus, ma questi miglioramenti dipendono principalmente da un aumento della domanda interna subito dopo il blocco", ha sostenuto sul Ft Massimo Rodà, economista senior di Confindustria, mentre Paola Profeta, economista dell'Università Bocconi di Milano, evidenzia la natura disomogenea dell'impatto economico del virus. "Il dato aggregato non tiene conto del fatto che le più colpite sono le categorie sociali più deboli, come i lavoratori meno istruiti e le donne. Sarà essenziale proteggere questi gruppi nei prossimi mesi".
L'autunno sarà cruciale
Anche perché, come mette in luce ancora Rodà "una ripresa a più lungo termine richiederebbe una ripresa delle esportazioni italiane - e ciò dipenderà non solo dalla diffusione della malattia in patria, ma in tutto il mondo. Il virus sta ancora coprendo come un'onda diverse parti del globo e diversi partner commerciali d'Italia. E ciò avrà forti ripercussioni sulle esportazioni italiane nei prossimi mesi".
Intanto ad Avellino, Amitrano segnala che i primi segnali di ripresa sono "incoraggianti" anche se, afferma: "Non sono sicuro che possiamo chiamare questo un rimbalzo permanente. Se manteniamo questo ritmo - aggiunge - possiamo aspettarci di tornare ai volumi pre-Covid-19 entro la fine del 2020". Inoltre Amitrano ha promosso le politiche del governo e sostegno al reddito e contro i licenziamenti, le quali, assicura, lo hanno aiutato a evitare i licenziamenti fino ad ora. Spiega l'imprenditore: "Siamo stati in grado di garantire una continuità della produzione e di non disperdere il capitale umano" ma, ha aggiunto, l'autunno si rivelerà cruciale per la futura salute della sua attività: "La partita importante si giocherà a settembre - ha concluso - quando sarà il momento di ricostituire il portafoglio ordini".