AGI - Vincent Bolloré cambia rotta e si allea con Amber nella partita attorno a Lagardère, così da provare a entrare nel consiglio di sorveglianza del gruppo editoriale francese. L'obiettivo del finanziere bretone, che sta giocando la partita tramite Vivendi, è cambiare la governance della società, che controlla aziende come Hachette e media come Elle, Paris Match, oltre ad alcune televisioni e radio.
Gli obiettivi dell'(inaspettata) alleanza Vivendi-Amber
A seguito del patto annunciato stamattina, Vivendi e Amber, che assieme controllano il 43,5% del capitale del gruppo, sono pronti a chiedere un'assemblea straordinaria per entrare nel consiglio di sorveglianza di Lagardère, in cui vogliono rispettivamente uno e tre posti, su un totale di nove. Da lì, poi, cercheranno di vedere più chiaro sullo stato di salute e sulla gestione del gruppo, controllato dalla Lagardère Capital&Management (Lcm), che ha in mano le chiavi della società nonostante una quota azionaria di poco superiore al 7% grazie allo status di accomandita semplice.
Nel primo semestre il gruppo, complice la pandemia da Coronavirus, è reduce da un calo netto dei ricavi, pari al 38%, che ha portato il fatturato a poco più di 2 miliardi, facendo fine in rosso il gruppo sia a livello di perdita netta, pari a 481 milioni, che di margini.
Per entrare nel consiglio di sorveglianza prima del prossimo marzo, quando scadrà il mandato dirigenziale di Arnauld Lagardère, sarà necessaria però un'assemblea straordinaria, che Vivendi e Amber hanno già chiesto. Se fosse loro negata, i due alleati potrebbero richiederla al tribunale; anche se riuscissero a entrare nel consiglio di sorveglianza e far bocciare dall'organismo il rinnovo del ruolo di Lagardère per altri sei anni (o in generale del candidato del socio accomandatario), tuttavia, la partita non sarebbe vinta ma lo scontro si sposterebbe in assemblea generale.
I perché della mossa di Bolloré
La sfida per il futuro del gruppo editoriale, uno dei 'sancta sanctorum' dell'imprenditoria francese, è al centro di una partita che vede schierati altri nomi di peso, come quello del patron di Lvmh, Bernard Arnault, che a maggio è entrato con il 25% direttamente in Lcm, rafforzando la presa del rampollo della famiglia Lagardère e sostenendo la sua posizione finanziaria.
Sarebbe stata propria questa mossa a far decidere a Bolloré di cambiare squadra. Il suo ingresso nel gruppo editoriale infatti era stato benedetto da Arnaud Lagardere come un "sostegno amichevole", mentre il passo annunciato oggi mette in difficoltà l'erede della dinastia. L'intesa siglata da Vivendi con Amber è stata giustificata dai "pessimi risultati" di Lagardére, ma già nei mesi scorsi il gruppo del finanziere bretone si era rafforzato nel capitale, raddoppiando di fatto la propria quota.
A maggio, infatti, Vivendi deteneva circa l'11% del capitale, che era stato comunque determinante nel respingere le richieste del fondo con cui oggi si è alleata. A irritare Bolloré è stato anche, nelle settimane scorse, lo stop alla vendita di tre radio (Europe 1, RFM e Virgin) per il cui acquisto era in pole position.