AGI - Ogni anno perdiamo, in media, 38 ore fermi in coda nelle nostre automobili, uno dei numeri più elevati d'Europa. A sottolinearlo, in vista del week end di intenso traffico sulle strade italiane in vista delle vacanze, la Cgia di Mestre, che però sottolinea come anche nel resto dell'anno le cose non vadano bene, in particolar modo nelle ore di punta delle giornate feriali. Analizzando i dati della Commissione Ue, infatti, l'associazione evidenzia come gli automobilisti italiani rimangano incolonnati l'equivalente di una settimana di lavoro.
Un dato, questo, che nell'Europa a 27 viene battuto solo da Malta e Belgio, a fronte di una media poco superiore alle 30,4 ore. A pagare un conto salatissimo sono sicuramente i pendolari, che utilizzano l'auto per spostarsi da casa verso l'ufficio/fabbrica e viceversa, e coloro che per lavoro devono guidare per buona parte della giornata un mezzo di trasporto.
È il caso dei camionisti, dei padroncini, dei taxisti, degli autonoleggiatori, degli agenti di commercio e di tantissimi artigiani che per compiere gli interventi richiesti devono muoversi col proprio furgoncino per raggiungere le sedi/abitazioni dei clienti. Secondo la Cgia le cause sono principalmente "l'insufficienza del numero di mezzi pubblici presenti nelle nostre aree urbane (bus, tram, metro, treni, etc.) che costringe tantissimi pendolari ad usare i mezzi privati" e "il grave deficit infrastrutturale che caratterizza il nostro Paese". I risultati che emergono dai confronti tra l'Italia e i principali Paesi europei "sono impietosi e ci invitano ai intervenire in tempi brevissimi".
Nel 2017, ad esempio, l'Italia disponeva di 27,8 km di rete ferroviaria per 100 mila abitanti, al di sotto della media Ue (42,5 km) mentre, per la sola rete a binario doppio elettrificato, il valore di 12,6 km per 100 mila abitanti era leggermente inferiore alla media europea (14,7 km). Sempre nel 2017, l'Italia presentava una bassa intensità autostradale in rapporto alle autovetture circolanti (1,8 km per 10 mila autovetture), un dato molto inferiore ai valori registrati in Spagna, Francia e Germania (tra 2,8 e 6,8 Km per 10 mila autovetture nel 2016).
"Secondo i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti - dichiara il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo - il deficit di competitività del nostro sistema logistico-infrastrutturale costa ai cittadini e alle imprese del nostro Paese 40 miliardi di euro all'anno. Anche per questa ragione è necessario che il Governo, a seguito della grave recessione economica in atto, avvii quanto prima il piano delle infrastrutture e dei trasporti che permetta di ammodernare il Paese, di renderlo più competitivo e, soprattutto, di imprimere una forte scossa positiva alla domanda interna".