AGI - Dopo tre mesi in rosso, appesantiti da svalutazioni e poste straordinarie, Unicredit ritrova l'utile nel secondo trimestre dell'anno. Fra aprile e giugno la banca di piazza Gae Aulenti ha registrato un utile netto sottostante di 500 milioni, dimezzato rispetto all'anno precedente, con l'ad Jean Pierre Mustier che evidenzia "i primi segnali di ripresa commerciale alla fine del secondo trimestre dell'anno, quando le economie hanno iniziato a riaprire nella maggior parte dei nostri mercati core".
No a fusioni, si al buyback
Il banchiere francese ha confermato, oltre all'utile atteso per l'anno prossimo, che starà in una forchetta fra i 3 e i 3,5 miliardi, anche le proprie linee guida per lo sviluppo della banca. Anche dopo l'opas di Intesa Sanpaolo su Ubi, che ha allargato la distanza fra i due principali gruppi italiani, Unicredit "non farà fusioni né acquisizioni". "Siamo una banca forte in tutti i mercati in cui siamo", ha ribadito Mustier, sempre attento a sottolineare la maggior proiezione internazionale dell'istituto rispetto alla rivale.
Per creare valore per i soci, dunque, il manager intende, puntare sui dividendi, che pagherà il prossimo anno quando sarà possibile farlo dopo lo stop imposto dalla Bce, ma soprattuto sul 'buyback', ovvero il riacquisto di azioni proprie. Unicredit ripristinerà la politica di distribuzione del capitale prevista dal piano Team 23 "a partire dal 2021", distribuendo agli azionisti il 50% dell'utile netto sottostante, con un dividendo in contanti pari al 30% dell'utile e riacquisti di azioni proprie per il 20%, spiega la banca, mentre Mustier sottolinea che questa strategia, a differenza di un possibile m&a, "non presenta rischi di esecuzione".
In base al contesto di mercato la banca potrebbe anche rivedere la ripartizione tra dividendi e buyback; ulteriori informazioni potrebbero arrivare nel primo trimestre del 2021, quando il Unicredit aggiornerà il proprio piano industriale 'Team 23', che però resta valido.
Gli effetti del Covid e i risultati
Andando oltre all'utile, con la pandemia da Coronavirus l'istituto ha visto i ricavi calare a 4,2 miliardi, il 4,8% in meno del periodo gennaio-marzo e il 7,7% in meno anno su anno; a pesare sono stati i lockdown nei vari paesi dove Unicredit opera. Il margine d'interesse è in frenata a 2,4 miliardi (-4%) e le commissioni nette sono calate dell'11,8% a 1,4 miliardi.
"Grazie alla positiva attuazione di Transform 2019, abbiamo una robusta posizione di liquidità e un capitale molto solido, con un cuscinetto sul Cet1 di 481 punti base, ampiamente al di sopra del nostro target di 200-250 punti base", ha aggiunto Mustier sottolineando la solidità dell'istituto. "Questa posizione ci ha consentito di continuare a supportare i nostri clienti e le comunità in tutta Europa durante questo contesto sfidante. Unicredit è impegnata ad essere parte della soluzione e per tutto il secondo trimestre 2020 abbiamo operato in stretta collaborazione con i Governi di tutti i Paesi in cui siamo presenti per fornire prestiti garantiti e offrire moratorie per un totale di oltre 41 miliardi", ha concluso il banchiere francese.