AGI - L'Ops lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi, con l'ultimo rilancio che per gli analisti rende "ovvia" la scelta di aderire per gli azionisti della banca guidata da Victor Massiah, potrebbe essere la mossa che dà il via a una nuova tornata di consolidamento bancario. "L'offerta di Intesa per Ubi ha dato il calcio d'inizio al processo di consolidamento in Italia", sottolinea un report di Intermonte, molto positivo sulle banche italiane, anche per le nuove politiche della Bce sul fronte delle fusioni fra banche a livello di richieste di capitale.
"Ci sono tre ragioni per essere più positivi sul settore", spiega lo studio, indicando fra i motivi anche gli impatti positivi sul margine d'interesse grazie alla ampia disponibilità di liquidità messa in campo da Francoforte e ipotizzando uno spread fra Btp e Bund in riduzione grazie alle scelte europee. Per gli analisti di Intermonte le principali indiziate per un risiko bancario che è diventato "più probabile" sono Banco Bpm (+5,51% oggi a Piazza Affari) e Mps (balzata di oltre il 15%), assieme a Creval (+4,97%) e Bper (in calo dopo una corsa del 12% la scorsa settimana).
Sullo sfondo anche possibili mosse di Unicredit, che oggi ha chiuso piatta ma che, nonostante le continue smentite dei suoi vertici, continua a essere chiamata in causa da indiscrezioni di stampa. Le quattro banche medie italiane, spiega ancora Intermonte, sono le migliori candidate al fusioni e acquisizioni sia per il basso rapporto fra prezzo di borsa e patrimonio tangibile, che per i badwill (differenza tra valore del patrimonio e prezzo, ndr) e le attività fiscali differite.
Sul fronte Intesa - Ubi, intanto, dopo il rilancio di venerdì, che ha aggiunto al concambio di 17 nuove azioni Intesa ogni 10 titoli Ubi conferiti anche 0,57 euro per titolo, gli occhi sono puntati sul nuovo parere che i vertici dell'istituto, guidati dalla presidente Letizia Moratti e dall'ad Victor Massiah, dovranno fornire sull'offerta.
La nuova posizione, dopo la precendente stroncatura, è attesa fra domani e mercoledì; se già prima gli analisti erano convinti che l'offerta fosse da accettare, oggi i report sono unanimi nel sottolineare la generosità del premio e l'alta probabilità che Intesa superi il 66,7% del capitale, prendendo pieno controllo dell'assemblea di Ubi e minimizzando così i rischi d'esecuzione, specialmente per quanto riguarda la cessione delle oltre 500 filiali chieste dall'Antitrust.
"Crediamo che la logica industriale sia solida, specialmente nell'attuale contesto e in un mercato che ha bisogno di consolidarsi", chiosa Santader.