L'Antitrust ha autorizzato con condizioni l'acquisizione di Ubi Banca da parte di Intesa Sanpaolo. L'Autorità spiega di aver imposto a Intesa Sanpaolo "alcune misure di carattere strutturale per risolvere le preoccupazioni emerse in corso d'istruttoria riguardo ai possibili effetti anticoncorrenziali da essa derivanti". Intesa Sanpaolo "dovrà cedere oltre 500 sportelli bancari, numero ben superiore a quanto offerto originariamente. Le cessioni si dovranno realizzare nelle aree geografiche in cui si registrano le maggiori criticità concorrenziali e saranno rivolte a uno o più operatori indipendenti in grado di disciplinare la nuova 'entita' post merger'". Questo perché l''Autorità ha rilevato che l'operazione di concentrazione "è idonea a produrre la costituzione e/o il rafforzamento della posizione dominante di ISP in alcuni mercati locali della raccolta bancaria, degli impieghi alle famiglie consumatrici e degli impieghi alle famiglie produttrici-piccole imprese".
Analogamente, l'Autorità ha ritenuto che l'operazione "possa costituire e/o rafforzare la posizione dominante di ISP nei mercati del risparmio amministrato, dei fondi comuni di investimento e della gestione su base individuale di patrimoni mobiliari (GPM) e in fondi (GPF), nonché nei mercati degli impieghi alle imprese di medie e grandi dimensioni e della distribuzione dei prodotti assicurativi rami vita, cosi' da pregiudicare in modo sostanziale e durevole la concorrenza".
Se Intesa Sanpaolo non riuscirà a cedere entro la data stabilita dall'Antitrust sufficienti sportelli Ubi per ottemperare alle indicazioni dell'autorità, dovra' cederne di propri, è uno dei punti contenuti nel dispositivo con cui l'authority alla concorrenza ha dato il proprio via libera all'ops lanciata dalla banca milanese. Nel documento si legge che, se le condizioni non saranno soddisfatte entro una certa data, Intesa dovrà cedere "propri sportelli idonei a produrre, nei mercati interessati effetti equivalenti a quelli derivanti" dalle cessioni previste in prima battuta