Anche Starbucks ferma la pubblicità sui social media. La catena di caffè statunitense si prende una pausa da "tutte le piattaforme social" e annuncia di avere avviato discussioni interne, con i media partner e le organizzazioni per i diritti civili per fermare la diffusione del discorso d'odio sulle piattaforme.
Starbucks è solo l'ultimo grande inserzionista a decidere per lo stop ai post in evidenza. La stessa decisione nei giorni scorsi è stata presa, tra gli altri, da Coca Cola, Unilever e il colosso degli alcolici Diageo. L'azienda precisa che comunque continuerà a pubblicare sui social, ma eviterà ogni promozione.
"Crediamo nella necessità di tenere unite le comunità, sia online che nel mondo reale, e siamo contrari agli hate speech", ha detto l'azienda in un comunicato diffuso domenica e anticipato da Cnbc.
"Crediamo che si debba fare di più per creare comunità online inclusive, e crediamo che sia i leader aziendali che i responsabili politici debbano muoversi all'unisono per un cambiamento reale". Un portavoce di Starbucks, ha detto che questa pausa sui social media non includerà YouTube, che è di proprietà di Google.
La ritirata degli inserzionisti intanto ha fatto perdere a Mark Zuckerberg il podio dei paperoni. Secondo l'indice Bloomberg il fondatore di Facebook è diventato più povero di 7,2 miliardi di dollari dopo che nella sola giornata di venerdì Facebook ha bruciato 56 miliardi di dollari al Nasdaq, spingendo il patrimonio personale di Zuckerberg a 82,3 miliardi, superato dal patron di Louis Vouitton Bernard Anrnault, che sale sul podio insieme a Jeff Bezos e Bill Gates.