AGI - L'effetto Covid fa crollare ad aprile il fatturato e gli ordinativi dell'industria al livello peggiore di sempre: -29,4% su mese e -46,9% su anno per il fatturato; -32,2% su mese e -49% su anno per gli ordini.
Si tratta, spiega l'Istat nel commento, dei "peggiori risultati per entrambe le serie storiche (disponibili da gennaio 2000), in termini sia congiunturali sia tendenziali".
Ad aprile si stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, diminuisca del 29,4% rispetto al mese di marzo e del 23,9% nella media degli ultimi tre mesi rispetto a quella dei tre mesi precedenti.
Ancora più ampio il calo degli ordinativi che, in termini congiunturali, registrano una flessione del 32,2% su base mensile e del 27,7% su base trimestrale. Lo rileva l'Istat, spiegando che "le misure di chiusura imposte a numerose attività industriali per il contenimento dell’epidemia di Covid-19 e la forte flessione della domanda rivolta alle imprese industriali hanno determinato un calo senza precedenti degli indici complessivi di fatturato e degli ordinativi. Il mese di aprile registra, infatti, i peggiori risultati per entrambe le serie storiche (disponibili da gennaio 2000), in termini sia congiunturali sia tendenziali".
Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di aprile 2019), il fatturato totale diminuisce del 46,9% rispetto all’aprile dello scorso anno, con cali del 48,1% sul mercato interno e del 44,6% su quello estero. In termini tendenziali l’indice grezzo degli ordinativi segna una caduta del 49,0%, con cali su entrambi i mercati (-53,0% quello interno e -43,6% quello estero).
Tiene solo il settore farmaceutico
Su base annua il calo è assai limitato per il solo settore farmaceutico (+1,5%) e ha un’ampiezza relativamente meno marcata per il comparto alimentare. In tutti gli altri casi - spiega l'Istat - si registrano diminuzioni superiori al 25%, arrivando, nei settori più colpiti, quali i mezzi di trasporto (-71,2%, è il dato peggiore) e l’industria tessile, dell’abbigliamento e dei prodotti in pelle, a flessioni di oltre il 70% per l’indice di fatturato e di oltre il 60% per quello degli ordinativi.
Il calo congiunturale del fatturato è esteso sia al mercato interno, che cede il 27,9%, sia a quello estero, che segna una caduta del 32,0%. Per gli ordinativi, sono le commesse provenienti dal mercato interno a registrare il peggiore risultato (-33,9%) rispetto a quelle provenienti dal mercato estero (-30,0%).
Negativi tutti i settori del manifatturiero
La flessione è generalizzata a tutti i raggruppamenti principali di industrie: gli indici destagionalizzati del fatturato registrano una caduta congiunturale del 23,3% per i beni di consumo, del 30,9% per i beni intermedi, del 33,4% per l’energia e del 34,4% nel caso dei beni strumentali.
Con riferimento al comparto manufatturiero, tutti i settori registrano variazioni negative. Le flessioni sono più lievi per il comparto farmaceutico (-0,2%) e per quello alimentare (-9,5%), molto più ampie nei rimanenti: dalla chimica (-26,6%) fino ai risultati senza precedenti dei mezzi di trasporto (-73,5%) e dell’industria tessile e dell'abbigliamento (-78,5%). L'Istat sottolinea infine che nel corso della fase di rilevazione statistica dei dati vi è stata una moderata riduzione del tasso di risposta delle imprese, conseguente all'emergenza sanitaria in corso.