L'app di contact tracing lanciata dal governo tedesco è stata scaricata 6,5 milioni di volte nelle prime 24 ore dal suo lancio. Lo ha detto Christian Klein, amministratore delegato di Sap, la società che ha sviluppato l'applicazione. L'app si chiama Corona-Warn-App, ed è stata sviluppata in sei settimane.
Il governo tedesco nei giorni scorsi ha dichiarato che lo sviluppo dell'applicazione è costato 20 milioni di euro e che il suo funzionamento costerà alle casse dello Stato circa 3 milioni al mese. In Germania finora sono stati registrati circa 190.000 casi di Covid-19. L'epidemia ha causato al momento 8.800 morti.
Un esordio diverso da Immuni
Corona-Warn-App, proprio come l'app Immuni sviluppata dal ministero dell'Innovazione italiano, si basa sul modello decentralizzato di Google e Apple: i device che la scaricano scambiano codici crittografati e casuali, conservati all'interno dei singoli smartphone e non in server centrali.
Proprio come Immuni non è obbligatorio scaricarla e in caso di notifica di esposizione o positività al virus, il cittadino deve rivolgersi alle autorità sanitarie nazionali. Ma se le affinità sono molte - stesso modello, stesso processo di notifica di esposizione, stessa finalità - la prima divergenza che salta agli occhi è il numero di download nelle prime 24 ore: Immuni fece registrare al suo esordio 500 mila download, mentre Corona-Warn-App ha registrato 6 milioni di download in più. Ad oggi, 12 giorni dopo il suo lancio, Immuni è stata scaricata 2,78 milioni di volte.
In Germania l'app di contact tracing ha esordito con un passo diverso, forse anche per merito della campagna di comunicazione messa in campo dal governo di Berlino con l'aiuto dei media. Di recente, un sondaggio dell'emittente pubblica ARD ha rilevato che molti tedeschi già erano al corrente del lancio dell'app e che il 42% di loro l'avrebbe scaricata senza problemi, più di quelli che hanno detto il contrario, circa il 39%. Il resto ha detto di non possedere uno smartphone, o di non aver ancora deciso.
L'app francese e il modello centralizzato
Oltre a Germania e Italia, anche la Polonia e la Lettonia hanno lanciato la loro app di contact tracing sul modello decentralizzato promosso dall’inedito accordo tra Apple e Google. I primi test sul campo hanno dimostrato che il protocollo dei due giganti della Silicon Valley ha successo in circa l’80% dei casi.
Diversamente si è mossa la Francia, che ha lanciato una propria app di contact tracing su modello centralizzato, raccogliendo cioè i dati su un server centrale. Molti accademici francesi hanno espresso perplessità sull’app - si chiama StopCovid - evidenziando problemi per la privacy dei cittadini. Il risultato è che a oltre due settimane dal suo lancio, avvenuto il 2 giugno, è stata scaricata solo dal 2% della popolazione. StopCovid inoltre non ha ricevuto il supporto di Apple, quindi non funziona su iPhone.