AGI - I commissari di Ilva in amministrazione straordinaria sono giunti questa mattina nel siderurgico ArcelorMittal di Taranto accompagnati dai loro tecnici e legali. Sono in fabbrica per effettuare, in quanto espressione della proprietà, l'ispezione sullo stato degli impianti dopo la lettera ricevuta dal prefetto di Taranto a fine maggio e dopo la denuncia fatta dai sindacati metalmeccanici che parlano di "stabilimento allo sbando, con produzione al minimo storico che rischia di compromettere gli impianti stessi". Secondo quanto apprende l'AGI da fonti qualificate, non è, tuttavia, scontato che l'ispezione si svolga regolarmente.
Le fonti affermano, infatti, che ArcelorMittal, richiamando motivazioni Covid, avrebbe posto una serie di condizioni organizzative e di svolgimento che potrebbero impattarsi sull'ispezione stessa. I commissari l'hanno programmata per tre giorni, cioè sino al 10 giugno, data l'estensione dello stabilimento.
La ricostruzione
L'ispezione avrebbe dovuto già svolgersi il 1 giugno ma non fu possibile perché, quando arrivarono i commissari in fabbrica, il direttore del personale del gruppo, Arturo Ferrucci, disse loro che non poteva tenersi alcun sopralluogo perché il personale era assente e gli uffici di direzione chiusi per il ponte del 2 giugno.
I commissari affermarono in quella sede di aver comunicato ad ArcelorMittal con largo anticipo l'ispezione. ArcelorMittal replicò sostenendo di aver anch'essa avvertito per tempo i commissari che il 1 giugno non era una data fattibile e si dichiarò disponibile a concordare un'altra data. Stamattina, all'esterno della direzione del siderurgico, il cui cancello di ingresso è chiuso, stazionano un' ottantina di lavoratori. Accanto alla direzione, sono parcheggiati due mezzi dei Carabinieri e la strada che porta proprio davanti alla direzione è chiusa all'accesso da un'auto della Digos, con lampeggiante spento sul tetto, posta di traverso.
Stamattina, infine, è convocato anche un consiglio di fabbrica straordinario in ArcelorMittal. Il nuovo piano industriale dell'azienda, 2020-2025, che prevede tra l'altro 3.200 esuberi, è già stato bocciato dai sindacati metalmeccanici.