I vertici di Mediobanca dovrebbero "vedere con favore" la volontà di Leonardo Del Vecchio di salire nel capitale dell'istituto, perché, sposando la filosofia che l'imprenditore ha impresso alle sue aziende, potrebbe diventare un'architrave per il futuro sviluppo del sistema Italia.
A esserne convinto è l'economista Giulio Sapelli, che commenta così la richiesta di Del Vecchio di salire al 20% di piazzetta Cuccia. "Dopo un'iniziale diffidenza che il suo ingresso aveva provocato nel management di Mediobanca - dice all'AGI - i vertici dell'istituto dovrebbero vederlo con favore. Assieme a Banca Intesa, potrebbe essere una delle architravi per ridisegnare l'intero complesso del nostro mondo finanziario a supporto della crescita e dello sviluppo del Paese. E inviterei a vederlo come un nuovo impegno, non come un lascito".
"A me pare - ragiona Sapelli - che la linea di Del Vecchio, più che muovere per un consolidamento italiano, sia votata dalla volontà di imprimere un impulso di crescita e di espansione.
L'Italia ha bisogno di un gruppo che cresca: Mediobanca ha una grande tradizione di stabilità e di integrità nel mondo degli affari e potrebbe diventare un'architrave, specialmente se riuscisse a canalizzare il risparmio privato verso il nostro sistema industriale e produttivo, cosa di cui l'Italia ha grande bisogno".
"Questo è ciò che credo che Del Vecchio abbia in mente. Anche quando ruppe con Guerra (Andrea, storico ad di Luxottica, ndr), su la spia di una filosofia. Da imprenditore, lui vuole manager dedicati allo sviluppo dell'impresa, e ora vuole trasferire questa logica al mondo finanziario. Solamente Mediobanca è idonea ad accoglierla", chiosa Sapelli.