La ripartenza è stata molto complicata per bar e ristoranti: secondo un'indagine del Centro studi della Fipe, il 74,5% dei pubblici esercizi indica un bilancio negativo o molto negativo, con incassi ridotti di circa il 70%. Non va meglio se si guarda ai giorni a seguire: sette intervistati su dieci si dicono pessimisti anche sulla settimana in corso e non prevedono miglioramenti significativi. Unica nota lieta viene dal comportamento virtuoso dei clienti che non hanno fatto particolare fatica a rispettare le regole anti Covid-19.
Secondo la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, la maggior parte degli imprenditori (circa il 48%) ha deciso di riaprire già a partire dal 18 maggio mentre circa il 35% lo ha fatto solo qualche giorno dopo. Una minima parte, il 10,8% riaprirà il primo giugno, mentre ancora meno, il 5,6%, ha rinunciato del tutto a riaprire a causa delle condizioni imposte ritenute economicamente svantaggiose. L'indagine rivela che ciò a cui i clienti fanno più attenzione è l'igiene delle mani (molto curata nell'88% dei casi); la mascherina viene usata dall'85%. Qualche difficoltà in più sulle regole di distanziamento sociale seguite in poco meno dell'80% dei casi.
"I dati emersi dall'analisi di questa prima settimana di lavoro - dichiara Aldo Cursano, vicepresidente vicario di Fipe - purtroppo parlano chiaro: sapevamo che sarebbe stata una ripartenza lenta e che il processo di ripresa non sarà breve, a causa dei pochi clienti e della quasi totale assenza dei flussi turistici, linfa vitale per tutto il comparto. Per questo motivo siamo sempre più convinti che la vera sfida sarà riportare le persone nei locali, anche attraverso attività promozionali e di comunicazione che invoglino i clienti a tornare a consumare, anche facendo leva sul vantaggio economico. Si dimostra tuttavia che senza nuove ed efficaci azioni di sostegno molte imprese rischiano di non farcela".
In merito ai fenomeni di "mala movida" al centro delle cronache di questi giorni, Cursano dichiara che da subito gli operatoti hanno parlato di "ripartire in sicurezza e con responsabilità ma questo è un obiettivo che deve essere condiviso da tutti a partire dai consumatori".
"Resta evidente - prosegue - che chiedere sacrifici enormi alle imprese per assicurare il distanziamento ed assistere poi a scene del passato come se nulla fosse accaduto dimostra che qualcosa non funziona. Bisogna favorire modalità di consumo - conclude - che garantiscano il rispetto del divieto di assembramenti perché il nostro unico obiettivo resta la fase 3 e non il ritorno alla fase 1".