La Germania entra ufficialmente in recessione. Il Pil nel primo trimestre si contrae del 2,2% congiunturale e del 2,3% tendenziale. I dati finali dell'istituto nazionale di statistica Destatis, confermano quelli preliminari. Il dato del quarto trimestre era già stato rivisto al ribasso e passa da zero a -0,1% congiunturale, il che significa il Paese è tecnicamente in recessione, avendo registrato due risultati sotto zero consecutivi su base trimestrale.
Il dato odierno è la seconda diminuzione più forte del Pil dall'unificazione tedesca, dopo il -4,7% del primo trimestre del 2009. Si tratta dunque del peggior risultato dalla crisi finanziaria del 2008, ma questa cifra offre solo una visione parziale degli effetti della diffusione del virus, perché i lockdown sono stati introdotti soltanto a il 22 marzo e cioè meno di due settimane prima della fine del trimestre.
Nel primo trimestre i consumi finali delle famiglie sono diminuiti del 3,2% e la formazione di capitale fisso in macchinari e attrezzature è diminuita del 6,9%. La spesa pubblica è cresciuta dello 0,2% e la formazione di capitale fisso nelle costruzioni è aumentata del 4,1%. Il commercio estero è diminuito a causa del coronavirus. Secondo i calcoli provvisori, le esportazioni complessive sono diminuite del 3,1%, destagionalizzato, mentre le esportazioni di beni sono diminuite del 4%, le esportazioni di servizi sono aumentate dello 0,7%. Le importazioni di beni e servizi sono diminuite dell'1,6%.
Il Pil della Germania è dunque destinato a ridursi in modo molto più pronunciato nel secondo trimestre e gli esperti prevedono per questo periodo una contrazione del 10%. Il governo tedesco prevede una contrazione record del 6,3% quest'anno.