Efromovich si dice pronto a investire un miliardo per Alitalia ma chiede come condizione che non ci siano interferenze da parte della politica. In un'intervista al Sole 24 Ore, dice: "Non ho problemi con le partnership. Ma se dovessi farla con il settore pubblico porrei una sola condizione: zero interferenze politiche".
Sull'eventuale progetto futuro, Efromovich si limita per il momento a dire: "Prima dobbiamo capire la situazione perché non abbiamo mai avuto accesso alla data room di Alitalia, né l'anno scorso dalle Ferrovie né quest'anno dal commissario", perciò "conoscere i dati è necessario per fare un business plan".
Tuttavia l'imprenditore sostiene: "L'anno scorso avevamo calcolato che Alitalia avesse bisogno di 500-600 milioni di euro per un piano redditizio" ma adesso, "dopo il Coronavirus, non lo sappiamo. Potrebbe essere di meno, potrebbe essere di più. Il mio gruppo, Synergy, non ha risorse infinite. Se Alitalia avesse bisogno fino a un miliardo di euro non avremmo problemi".
Quanto a un intervento dello Stato del valore di 3 miliardi, Efromovich dice di non sapere "se questa decisione sia definitiva" e che tuttavia "non servono tre miliardi per far funzionare questa compagnia. È troppo. I soldi previsti devono essere basati su un progetto, non so quale sia".
Infine, sulla possibilità di esuberi, l'imprenditore risponde: "Avremo il massimo di lavoratori possibili secondo il business plan che faremo", ma "il costo del lavoro andrà studiato", anche se è chiaro che "deve essere lo stesso delle altre compagnie in Europa" perché "dovremo essere competitivi o l'azienda morirà", conclude Efromovich.