"Penso che questa crisi sia una buona occasione di modernizzare le modalità del Patto di stabilità e di crescita, oggi sospeso". Lo afferma in un'intervista al Corriere della Sera Christine Lagarde, la presidente della Bce, la quale aggiunge che in passato "sono state fatte delle proposte innovative", in particolare da parte dell'Fmi, "che sarebbe utile riesaminare" per misurarne "la pertinenza e l'efficacia".
"Credo - aggiunge ritornando sulle sue stesse parole iniziali - che i termini del Patto di stabilità e di crescita debbano essere rivisti e semplificati prima che si pensi a reintrodurlo, quando saremo usciti da questa crisi". Perché, chiarisce Lagarde, "la priorità, oggi, è aiutare le economie a risollevarsi. Gli Stati stanno spendendo e naturalmente i debiti aumentano", quindi valuta la presidente della Bce che è succeduta a Mario Draghi, che "il rapporto fra debito e Pil, crescerà, perché siamo in recessione" e pertanto "dobbiamo farvi fronte con determinazione per aiutare le nostre economie a rialzarsi al piu' presto, in modo da evitare una crisi sociale".
Secondo la Bce gli scenari di crisi "vanno da una recessione del 5% a una del 12% nell'area euro per quest'anno, con un'ipotesi centrale dell' 8%" e pertanto, assicura Lagarde, "rivedremo le proiezioni il 4 giugno, ma ci aspettiamo nello scenario più grave una caduta del prodotto interno lordo del 15% solo per il secondo trimestre".
Ciò che impone di "intervenire ogni qual volta si manifesti un rischio di restrizione delle condizioni finanziarie. E dobbiamo assicurarci - spiga - che la politica monetaria si trasmetta a tutti i Paesi dell'area euro, in tutti i settori", aggiungendo infine che per questo scopo "continueremo ad agire senza battere ciglio".
La Corte tedesca non fermerà il programma di acquisti di titoli di debito della Bce che "resterà imperturbabile" nel suo obiettivo di stabilità dei prezzi. E il programma Pepp resta "giustificato dallo shock eccezionale" della pandemia. Ad affermarlo è la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, in un'intervista a Il Corriere della Sera.
"Sì. La sentenza della Corte costituzionale tedesca stessa è molto esplicita: dice che il programma Pepp varato durante la pandemia non è coinvolto in questo giudizio. Non ho alcuna preoccupazione né sul programma legato alla pandemia (Pepp), né sul programma precedente, che riguarda gli acquisti di debito realizzati a partire dal 2015 (Pspp). Come ho detto, la Corte di giustizia europea l'ha giudicato conforme ai Trattati nel dicembre del 2018. Noi restiamo imperturbabili nel perseguimento del nostro obiettivo di stabilita' dei prezzi".
"Il Pepp - ha aggiunto Lagarde - è un programma di acquisti mirati e limitati nel tempo, che risponde a circostanze eccezionali. Anche le altre istituzioni europee hanno preso misure eccezionali in questa crisi". La Bundesbank ha uno spazio discrezionale? "Ogni banca centrale nazionale dell'area euro è indipendente e non può ricevere istruzioni dai governi. E' quanto prevedono i Trattati".
Ma in questo conflitto, secondo la governatrice, il ruolo della banca centrale europea resta chiaro: "La Bce si è vista affidare un mandato da parte degli Stati membri della Ue quando hanno redatto e ratificato il Trattato. La Bce è soggetta alla giurisdizione della Corte di giustizia dell'Unione europea. Continueremo a rispondere davanti al parlamento europeo e a spiegare le nostre decisioni ai cittadini europei".