"Facciamo una scommessa? Lunedì in Italia la saracinesca di un negozio su tre non si alzerà". Addirittura... Perché così pessimista? "Non riesco a dormire la notte, tanto che sono arrabbiato. Mancano due giorni e ancora non sappiamo in quali condizioni riapriremo".
È un grido di rabbia quello lanciato dai grandi imprenditori del retail come ad esempio Gianluigi Cimmino, ceo di Pianoforte Holding, il gruppo che include Yamamay, Carpisa e Jaked (1.000 punti vendita e 5.000 dipendenti). In un'intervista all'AGI, si sfoga: "Siamo stati abbandonati, il Governo non ha voluto ascoltarci. Non siamo piccoli ma non dirigiamo nemmeno grandi gruppi, e quindi il Dl Rilancio ci ignora totalmente. Come se non esistessimo".
"Delusi dagli sgravi sugli affitti commerciali"
Sul banco degli imputati, il tetto dei 5 milioni di fatturato per usufruire del credito d'imposta del 60% sugli affitti commerciali. "All'ultimo - dice Cimmino - hanno messo questo limite, di fatto escludendoci. Alla fine noi non abbiamo ottenuto niente. Nemmeno questo".
"È una guerra tra poveri", fa eco Fabio Pampani, amministratore delegato di Douglas Italia, la rete di profumerie che conta 450 milioni di fatturato, 550 punti vendita e 3.000 addetti. "Lunedì riaprono i negozi? Invito il Governo ad andare a contarli, sono convinto che troverà grandi sorprese. Quello che non sanno è che il retail è un settore che conta ben 1 milione e 250 mila lavoratori", sottolinea parlando con l'AGI.
"Ho dovuto anticipare la tredicesima ai miei dipendenti"
"Per non parlare del fatto che i miei lavoratori non hanno ancora ricevuto l'assegno della Cig, e io non me la sono sentita di abbandonarli: in alcuni casi, ho anticipato loro la tredicesima", dice non celando una forte delusione.
Quali indicazioni avete in vista di lunedì? "Nulla. L'Inail non si è ancora pronunciato sui negozi e gli esercizi commerciali come i nostri. Ma pensano di fare un annuncio nel weekend e noi lunedì riapriamo, come d'incanto? È una mancanza di totale rispetto", incalza Cimmino.
"Ci salveremo solo tutti assieme, contro il virus è una battaglia comune"
E quindi non si riaprirà? "Certo che sì - risponde il ceo di Pianoforte Holding - abbiamo fatto di tasca nostra, senza nessuno sgravio e nemmeno una pacca sulla spalla, interventi di sanificazione, mascherine, guanti, dispenser di gel, cartelli e quant'altro, incontrando una disponibilità enorme da parte dei nostri lavoratori. La verità è che il Governo non capisce che questa contro il virus è una battaglia comune, non ci salverà l'e-commerce, o l'Europa. Dobbiamo salvarci tutti assieme, lavoratori e aziende", insiste l'imprenditore.
Ma attenzione, sottolinea, "noi non abbiamo mai contestato né le chiusure né le date di riapertura, manteniamo il massimo rispetto. Ma il Governo ci rispetta se a pochi giorni, anzi a poche ore dalla fine del lockdown, non ci dice nulla su quello che dobbiamo fare?". Pampani dal canto suo si domanda: "Perché il governo non ha tenuto conto dell'importanza del settore retail? I miei punti vendita riapriranno, ma forse nemmeno tutti perché gli interventi per adeguare le strutture costano moltissimo".
"Non siamo il modello, brancoliamo nel buio"
Il ceo di Douglas Italia rivela: "Ci additano tutti come modello, ma lo sanno che in Germania ad esempio il Governo, il giorno dopo del lockdown, ha bloccato tutti gli sfratti esecutivi per le imprese commerciali e qui da noi non è stato fatto nulla?" Il tempo stringe, e in attesa di rialzare le saracinesche gli imprenditori hanno escogitato anche alcune soluzioni per limitare i contagi e rassicurare i clienti. "Ad esempio - racconta Pampani - prendiamo ordini per telefono, e poi il cliente viene e senza entrare in negozio gli portiamo noi fuori la merce. Il pagamento può essere fatto on line". Ma nel pensare alla riorganizzazione del lavoro, "ti viene pure lo sconforto. Già il domani è pieno di incertezze perché non sappiamo se e in che misura i consumi ripartiranno. A questo, aggiungiamoci pure il fatto di navigare a vista, in balia solo di noi stessi".