Per Sassoli "serve il bazooka dei Recovery bond”
“Democrazia partecipata dei cittadini contro le tecnocrazie”. Con un’intervista a Il Fatto Quotidiano il presidente dell’Aula di Bruxelles, David Sassoli, conia il suo nuovo slogan con il quale dopo il voto sul Recovery Fund sollecita i governi a non tirarsi indietro perché – osserva – “in una situazione di emergenza la maggioranza parlamentare ha detto che serve più politica e meno tecnocrazia”.
E secondo Sassoli ora servono “scelte coraggiose che valgano per il piano di ricostruzione e per il bilancio pluriennale” e anche risorse “vere e adeguate” ma “per averle – precisa – è necessario anche emettere i recovery bond”.
A questo proposito il presidente del Parlamento Ue afferma che è “importante che la maggioranza del Parlamento a favore del Recovery Fund si sia allargata, il fronte nazionalista abbia perso pezzi e i sovranisti italiani non abbiano avuto il coraggio di votare contro” perché “tutto questo è di buon auspicio anche per la stabilità dell’Italia” al fine di “affrontare la ricostruzione dal basso, dalla parte dei cittadini contro la tecnocrazia”.
Per Sassoli, ora ci troviamo infatti di fronte a “un cambio di fase” che vede uno “scontro politico decisivo” fra chi pensa che la nuova fase che si è aperta “possa essere guidata dall’alto e coloro che invece indicano la strada di una democrazia partecipata”. E le tecnocrazie sono “tutti coloro che vorrebbero che in questo momento l’Europa non esprimesse la sua autonomia e la sua indipendenza” e la cartina al tornasole è, per esempio, “la critica a Papa Francesco e al suo richiamo a una forte partecipazione sociale ai destini comuni”.