Il turismo è al tracollo e ci vorrà tempo per tornare ai livelli pre-Covid. A marzo e a aprile il settore si è fermato quasi completamente e l'estate si presenta difficilissima. L'Enit prevede, se le condizioni di mercato non cambieranno, una riduzione delle presenze italiane e straniere di circa un terzo (-35,5%), passando da 434,1 milioni a 280 milioni.
Il centro studi di Federalberghi, invece, si aspetta nel 2020 una perdita di oltre 305 milioni di presenze (-71,2% rispetto al 2018), con un calo di fatturato del settore ricettivo pari a quasi 17 miliardi di euro (-71,4%). Per i mesi estivi attende una lenta ripartenza del turismo domestico, mentre ritiene che la domanda straniera continuerà a risultare sostanzialmente assente.
Secondo Cna, nel primo semestre del 2020 i ricavi del turismo subiranno una contrazione del 73%. Il giro d’affari atteso è di appena 16 miliardi, rispetto ai 57 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. Tra luglio e settembre mancheranno all’appello circa 25 milioni di stranieri, per 98,5 milioni di presenze in meno. In totale tra febbraio e settembre la perdita di turisti stranieri ammonterebbe a 50,2 milioni e circa 180,8 milioni di presenze.
Gli arrivi e le presenze
Nel 2019, secondo i dati Enit, gli arrivi degli italiani sono stati 64,6 milioni; le presenze 215,3 milioni. Gli arrivi di stranieri sono stati 63 milioni, per 218,8 milioni presenze. In totale, si sono contati 127,5 milioni di arrivi e 434,1 milioni di presenze. Il 2019 è stato un anno positivo: rispetto al 2018 si era registrato un aumento del 2,3% dei viaggiatori stranieri, del 4,8% delle presenze, del 6,6% della spesa. Le presenze italiane sono cresciute del'1,4%. Nel trimestre giugno-agosto 2019, le presenze degli stranieri erano salite dell'1,1% a 210,4 milioni.
Il giro di affari
Nel 2019 - secondo dati Banca d'Italia - la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia è stata di 44,3 miliardi di euro, contro il 41,7 del 2018 e il 39,1 del 2017.Nel 2018, secondo Unioncamere, la spesa turistica è stata complessivamente di 84 miliardi di euro: il 45,3% si deve al turismo straniero.
Da dove vengono i turisti
La Germania è storicamente il principale Paese di provenienza dei turisti stranieri ospiti in Italia. Nel 2018 - secondo dati Istat - i cittadini tedeschi hanno fatto registrare quasi 59 milioni di notti trascorse nel complesso degli esercizi ricettivi, con una quota sul totale delle presenze di turisti non residenti pari al 27,1%.
Seguono, con percentuali decisamente inferiori, i turisti provenienti da Stati Uniti, Francia, Regno Unito (tutte intorno ai 6,5 punti percentuali) e quelli provenienti da Paesi Bassi, Svizzera, Liechtenstein e Austria (circa 5%). In forte crescita il turismo cinese, aumentato tra il 15 e il 16% nel 2018 e nel 2019, che rappresenta però solo il 5% delle presenze straniere.
Per quanto riguarda la spesa, Banca d'Italia precisa che nel 2019 i tedeschi hanno speso 7,6 miliardi e gli americani 5,5 miliardi; i francesi 4,3 miliardi e gli inglesi 3,7 miliardi.
Le città d'arte
La contrazione del turismo internazionale si riverberà soprattutto sulle città d'arte, come Venezia e Firenze; le città con una quota maggiore di visitatori domestici (come Torino) dovrebbero essere relativamente meno colpite.
Secondo le proiezioni dell'Enit, Venezia subirà un calo del 50,7%, Firenze del 48,5%, Roma del 44,3%, Napoli del 42,7%. Dagli ultimi dati disponibili (Istat 2018) Roma è la principale destinazione con circa 29 milioni di presenze (6,8% del totale nazionale; 4,1% della clientela nazionale e 9,4% di quella estera). Venezia affianca al secondo posto Milano (entrambe con 12,1 milioni di presenze circa, pari al 2,8% di quote sul totale nazionale).
Il futuro
Secondo l'Enit, il turismo nel 2023 complessivamente avrà recuperato i volumi del 2019 e li supererà con un totale di visitatori del +4% rispetto al 2019, trend dettato dal turismo domestico.