Quello approvato ieri dal Consiglio dei ministri "non è un decreto di rilancio, ma un provvedimento che tappa tanti buchi che era necessario tappare. Ora però diventa anche più urgente pensare davvero al rilancio, il che richiede investimenti pubblici e meno burocrazia per dare una spinta per far ripartire l'economia". Lo dice all'AGI Carlo Cottarelli, direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, sottolineando che il provvedimento sarebbe stato "perfetto come decreto di aprile" ma, "con un mese di ritardo, adesso ci dovrebbe essere qualcos'altro e invece dobbiamo ancora attendere".
L'economista spiega che si tratta di "un decreto molto complesso, l'impressione generale è che sia ancora principalmente volto ad attenuare lo choc che c'è stato più che a rilanciare l'economia". Per questo motivo, evidenzia l'ex commissario alla spending review, "alla fine sarà necessario un altro decreto fra due-tre mesi in cui, fra l'altro, dovremmo avere un po' di semplificazione perché qui ce n'è proprio poca di riduzione della burocrazia".
Il problema però è che "il deficit pubblico del Def del 10,5% del Pil comprende questa manovra ma non ne comprende un'eventuale altra che sarebbe invece necessaria per un rilancio vero dell'economia. Per esempio con gli investimenti pubblici".