Gli investimenti nell'Eurozona sono crollati nelle ultime settimane, creando un freno all'economia del vecchio continente. Ma il problema è che probabilmente, come sostengono gli economisti, tale tendenza durerà anche dopo che le aziende e i lavoratori usciranno dal blocco dei coronavirus.
Lo rileva il Financial Times, spiegando come siano le economie del Sud le più penalizzate. In tutta la regione, non soltanto la spesa in conto capitale ha registrato una forte contrazione ma anche i prestiti per gli investimenti sono fortemente diminuiti, riflettendo il crescente fabbisogno di liquidità delle imprese e il crollo della produzione.
Le difficoltà per le economie del Sud Europa
"Gli investimenti sono fondamentali, indicano quale sarà la crescita futura", ha dichiarato Yael Selfin, capo economista britannico di KPMG. "Se non si investe non si cresce più velocemente in seguito". La tendenza viene confermata anche dall'andamento della domanda delle imprese per l'accensione di prestiti per investimenti a lungo termine scesa ad un saldo di meno 15 per cento nel primo trimestre, da 0 nei tre mesi precedenti. E quelle imprese che hanno chiesto liquidità, lo hanno fatto essenzialmente per coprire i pagamenti in corso, come affitti e salari.
Andrew Kenningham, capo economista europeo di Capital Economics, ha previsto che gli investimenti delle imprese dell'Eurozona diminuiranno del 24%, contribuendo ad una prevista contrazione del 12 per cento del Pil.
Sul banco degli imputati non è solo il coronavirus: "Molte imprese sono a corto di liquidità e saranno riluttanti a utilizzare le scarse risorse liquide per finanziare gli investimenti", ha detto l'esperto aggiungendo che "oltre alle normali sfide della recessione, le aziende dovranno affrontare il pagamento di imposte differite e/o il rimborso dei prestiti nel corso del prossimo anno o due".
In Francia e Spagna contrazione record degli investimenti fissi lordi
Nel primo trimestre, ricorda Ft, la Francia ha registrato la più grande contrazione degli investimenti fissi lordi così pure la Spagna e nei prossimi giorni verranno pubblicati anche i dati di Germania, Italia e Regno Unito. Claus Vistesen, economista dell'eurozona al Pantheon Macroeconomics, ha dichiarato che il calo degli investimenti, insieme al calo della spesa per i consumi, sono "probabilmente i principali motori" della prevista contrazione economica della Germania.
Ma non tutte le economie della regione sono ugualmente colpite; quelle che hanno subito il peso maggiore della crisi finanziaria e che hanno lottato per riprendersi negli ultimi anni stanno ora affrontando la più forte contrazione degli investimenti. Ad esempio, anche prima che la pandemia colpisse, gli investimenti nei Paesi europei periferici erano ancora circa il 20% al di sotto dei livelli pre-crisi.
La maggiore incertezza politica farà ritardare i piani di investimento
"Una maggiore incertezza politica nelle economie del Sud potrebbe significare che le imprese ritarderanno i piani di investimento in misura maggiore rispetto alle imprese di altri paesi", ha detto Moritz Degler, economista di Oxford Economics.
"L'assenza di una solida ripresa degli investimenti nelle economie del Sud peggiorerà la divergenza economica nell'Eurozona". Più in generale, il calo degli investimenti delle imprese dovrebbe persistere; Oxford Economics prevede una contrazione a due cifre in quasi tutte le maggiori economie europee nel secondo trimestre di quest'anno.
Giù gli investimenti esteri: solo 848 progetti registrati, il livello più basso in 10 anni
Il calo dei livelli complessivi di investimento in Europa è stato in parte determinato da un calo degli investimenti esteri. Il numero di progetti di investimento estero greenfield in Europa occidentale si è dimezzato nei primi tre mesi dell'anno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, secondo un database gestito da fDI Markets, un tracker di investimenti transfrontalieri di proprietà di FT. Le cifre escludono gli investimenti di portafoglio e le fusioni e acquisizioni.
Secondo fDI Markets, solo 848 progetti sono stati registrati nella regione, il più basso in un decennio, ciò secondo le stime, equivale alla perdita di 200.000 posti di lavoro che altrimenti sarebbero stati creati. In Europa, rileva il Ft, i produttori di beni d'investimento - quelli utilizzati come input per la produzione di altri beni e servizi, come macchinari, autocarri e attrezzature - sono stati i più colpiti dall'attività.
Gli investimenti calano nonostante la necessità delle imprese
Un aspetto significativo del problema è che il calo degli investimenti delle imprese arriva nonostante la necessità delle aziende di spendere denaro per adattarsi alle nuove misure di distanziamento sociale. Le aziende sono anche sotto pressione per diversificare la produzione e rimodellare le loro catene di fornitura, la qual cosa dovrebbe portare anche ad un aumento degli investimenti.
"All'indomani del blocco, con la graduale riapertura dell'economia, alcune imprese dovranno investire per adeguare il loro modello di business alla nuova e temporanea economia a distanza sociale", ha dichiarato Bert Colijn, economista senior di ING.
Tuttavia, "questo effetto rischia di essere vanificato dalla continua incertezza che uno scenario in cui il virus e i blocchi parziali ritornano più avanti nel corso dell'anno o all'inizio del prossimo anno", ha avvertito. Insomma, ammesso che venga trovato un vaccino per il coronavirus, "è probabile che le aziende rimangano caute, poiché la crisi avrà avuto un impatto significativo sulla loro liquidità".