I casi mortali da contagio Covid 19 sul lavoro denunciati all’Inail sono stati 98: 52 in marzo e 46 in aprile. Lo riferisce un rapporto dell’Inail, secondo cui i decessi sono pari a circa il 40% del totale dei decessi sul lavoro denunciati nel periodo preso in esame. Il settore della Sanità e assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo…) registra il 42,2% dei decessi; la categoria dei tecnici della salute è quella più coinvolta dai decessi (15% rispetto ai casi codificati), seguita da medici, operatori socio-sanitari e operatori socio-assistenziali (tutte e tre le categorie professionali con il 13% dei casi).
Per il 79,6% i decessi hanno interessato gli uomini, il 20,4% le donne diversamente dalle percentuali del complesso delle denunce, dove le donne sono il 71,1%.
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L’età media dei deceduti è 58 anni (per entrambi i generi); il 68,4% del totale delle denunce riguardi la fascia 50-64 anni. Seguono le fasce over 64 anni (20,4%), 35-49 anni (9,2%) e under 34 anni (2,0%).
I decessi sono avvenuti per il 54,1% nel NordOvest (Lombardia 36,7%), per il 13,3% nel Nord-Est (Emilia Romagna 9,2%), per il 10,2% nel Centro (Marche 4,1%), per il 20,4% al Sud (Campania 9,2%) e per il 2,0% nelle Isole (Sicilia 2,0%).
Oltre 28.000 contagi Covid sul lavoro, il 45,7% tra infermieri
Sono più di 28.000 i contagi da Covid-19 di origine professionale denunciati all’Inail tra la fine di febbraio e lo scorso 21 aprile. Il 45,7% riguarda la categoria dei “tecnici della salute”, che comprende infermieri e fisioterapisti, seguita da quella degli operatori socio-sanitari (18,9%), dei medici (14,2%), degli operatori socio-assistenziali (6,2%) e del personale non qualificato nei servizi sanitari e di istruzione (4,6%).
Il settore della Sanità e assistenza sociale – in cui rientrano ospedali, case di cura e case di riposo – registra il 72,8% dei casi di contagio sul lavoro da Covid-19 denunciati all’istituto.
A livello territoriale quasi otto denunce su 10 sono concentrate nelle regioni dell’Italia settentrionale: il 52,8% nel Nord-Ovest (35,1% in Lombardia) e il 26,0% nel Nord-Est (10,1% in Emilia Romagna). Il resto dei casi è distribuito tra Centro (12,7%), Sud (6,0%) e Isole (2,5%).
Come sottolineato nel report elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, i dati sulle denunce di infortunio da Covid-19 sono provvisori e il loro confronto con quelli rilevati a livello nazionale dall’Istituto superiore di sanità richiede cautele, sia per la maggiore complessità nella trattazione delle denunce che deriva dall’attuale contesto di emergenza, sia per il fatto che la platea Inail, riferita ai soli lavoratori assicurati, non comprende categorie particolarmente esposte al rischio di contagio, come quelle dei medici di famiglia, dei medici liberi professionisti e dei farmacisti.
“Il dibattito sull’ampliamento della platea degli assicurati Inail, che all’inizio dell’anno ha portato all’estensione della tutela obbligatoria ai rider addetti alle consegne a domicilio - afferma il presidente dell’Inail, Franco Bettoni – con questa emergenza è tornato di grande attualità. In queste settimane, in particolare, abbiamo costituito un gruppo di lavoro con le federazioni dei medici per studiare la possibilità di estendere la nostra copertura ai medici liberi professionisti e convenzionati”.
“Il tema – aggiunge il presidente dell’Istituto – dovrà però essere affrontato anche a livello complessivo, per comprendere gli oltre tre milioni e mezzo di lavoratori che non possono accedere a rendite o indennizzi in caso di infortunio o malattia professionale. Il mondo del lavoro, infatti, è cambiato moltissimo negli ultimi anni ed è arrivato il momento che anche le norme sulla protezione dei lavoratori ne prendano atto. L’Inail, per quanto gli compete, è pronto a sostenere questa svolta”.
Più contagi tra le donne ma più decessi tra gli uomini
Il 71,1% dei contagiati sul lavoro sono donne e il 28,9% uomini, con un’età media di poco superiore ai 46 anni (46 per le donne, 47 per gli uomini). Tra gli infermieri e gli altri tecnici della salute, in particolare, più di tre denunce su quattro sono relative a lavoratrici. Il 12,6% dei casi riguarda invece lavoratori stranieri, tra i quali la percentuale delle donne è pari all’80%.
Concentrando l’attenzione sui 98 casi mortali denunciati, il rapporto tra i generi si inverte. I decessi dei lavoratori, infatti, sono stati 78, quelli delle lavoratrici 20, con un’età media pari a 58 anni sia per gli uomini che per le donne.
Catalfo: massimo sostegno al personale sanitario
“Il governo – sottolinea il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo – lavora in stretta sinergia con l’Inail e con le altre istituzioni coinvolte nella gestione dell’emergenza per fare in modo che la graduale ripresa delle attività avvenga in condizioni di massima sicurezza per tutti, individuando misure di protezione efficaci anche attraverso un confronto costante con le parti sociali”.
“Il protocollo per la sicurezza sui luoghi di lavoro firmato lo scorso 24 aprile è il caposaldo per poter lavorare in sicurezza nella fase 2. Allo stesso tempo andrà assicurato il massimo sostegno ai lavoratori che hanno contratto il virus, a partire dalle categorie più esposte, come gli operatori sanitari impegnati in prima linea per il contenimento della pandemia”.
“La celebrazione del primo maggio – conclude Catalfo - deve essere l’occasione per dare il giusto riconoscimento al loro impegno e a quello degli altri lavoratori che negli ultimi due mesi hanno garantito l’erogazione dei servizi pubblici essenziali”.