Fitch non spaventa i mercati e lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi chiude senza troppi patemi una giornata che si annunciava invece complicata. Il declassamento da BBB a BBB- del merito di credito italiano deciso ieri dall'agenzia di classificazione, appena un gradino sopra il livello di Junk Bond, rischiava di scatenare una pioggia di vendite sulla carta tricolore. E invece il differenziale ha terminato la sessione a 225 punti, appena 6 sopra la chiusura precedente.
Secondo gli analisti, molto ha pesato il fatto che Fitch abbia deciso di mantenere stabile l'outlook, allontanando la possibilità di ulteriori downgrade nel breve periodo. Inoltre, è diffusa la certezza che la Bce continuerà a sostenere il mercato del debito europeo. Il vero paracadute resta rappresentato dalla scelta dell'Eurotower di accettare anche titoli 'junk' come collaterali nelle operazioni di rifinanziamento dell'Eurosistema. E, anzi, c'è chi si aspetta che il Pepp, il programma d'acquisti contro la pandemia da 750 milioni, possa presto, forse già in occasione del comitato direttivo di domani, essere aumentato di 500 milioni.
A testimoniare la buona tenuta del debito italiano sono state anche le aste di titoli a medio termine che hanno visto il Tesoro collocare titoli per 5,595 miliardi, a un soffio dal massimo della forchetta dell'offerta, fissata tra 4,75 miliardi e 6 miliardi di euro. I rendimenti sono saliti ma la richiesta si è mantenuta alta, con buoni rapporti di copertura.
Qualche critica al declassamento la ha espresso anche la Banca d'Italia. "Altre due agenzie, Moody's e Standard and Poor's, hanno espresso un'opinione diversa e hanno confermato il rating della Repubblica nelle scorse settimane, sottolineando il ruolo dello shock della crisi, il basso debito privato dell'Italia e i tassi bassi anche grazie all'intervento della Bce. Le nostre analisi sono decisamente più in linea a queste valutazioni", ha detto il capo del Dipartimento economia e statistica della Banca d'Italia, Eugenio Gaiotti, nel corso dell'audizione sul Def davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.
Ancora più duro l'Upb. "La motivazione", ha sottolineato il presidente dell'organismo, Giuseppe Pisauro, "è basata sugli effetti della pandemia che sono simmetrici: è vero che l'Italia parte dal 135% di rapporto debito/Pil e arriva a superare 155% ma è anche vero che economie forse più colpite di quella italiana dall'impatto della pandemia sconteranno probabilmente aumenti debito che porteranno i loro rapporti a superare il 130%" come nel caso di Portogallo e Spagna. In questo contesto", ha concluso, "a me risulta poco comprensibile la scelta di intervenire fuori calendario solo su un singolo Paese".