"Siamo finalmente a una svolta sull’anticipo fino a 45mila euro del Trattamento di fine servizio (Tfs)". Lo annuncia il ministro della Pa, Fabiana Dadone, su facebook. E spiega: "Ho infatti siglato lo schema di Dpcm di attuazione che, con le firme degli altri ministri competenti e soprattutto quella definitiva del presidente Conte, può ora andare in Corte dei conti per il necessario parere propedeutico all’emanazione. Il termine ultimo è di 30 giorni, ma contiamo che la magistratura contabile possa procedere più speditamente". Intanto, prosegue, "è pronta la convenzione con Abi, l’Associazione delle banche, che garantirà un trattamento di assoluto favore ai pensionati e pensionandi del settore pubblico che decideranno di avvalersi di questo strumento".
A questo punto, continua Dadone, "il 2 marzo scorso, il Consiglio di Stato ha reso il parere definitivo. Abbiamo sollecitato di nuovo la firma degli altri ministeri interessati e adesso siamo pronti a varare il provvedimento che, come detto, attende solo il via libera formale della Corte dei conti, mentre lo schema di convenzione con l’Associazione delle banche, su cui vi aggiornerò a stretto giro, è praticamente pronto. Non è stato facile uscire dalle sabbie mobili della burocrazia in cui ci siamo trovati. Ma abbiamo fatto il massimo per accelerare le procedure. So, sappiamo che è un provvedimento delicato e importante. Non tutti lo apprezzano, ma molti pensionati ci contano per realizzare un progetto di vita per sé o per i propri cari. Dunque, ho avvertito da subito l’obbligo morale di gestire con risolutezza questa eredità che mi sono trovata sulla scrivania". E conclude: "Avevo promesso, mi ero impegnata a raggiungere l’obiettivo entro la primavera e adesso siamo in dirittura d’arrivo. A presto per tutti gli aggiornamenti".
"Non è stato facile - prosegue Dadone - ci sono voluti impegno e costanza per superare mille pastoie burocratiche: è un dossier che ho seguito con attenzione sin dall’avvio del mio mandato, settimana dopo settimana. E sul quale ci siamo fatti parte attiva, come Funzione pubblica, per accelerare anche i tanti passaggi che non competevano a noi. Appena arrivata a Palazzo Vidoni, a settembre 2019 - racconta - ho trovato la palude: nulla era stato fatto dal Governo precedente per dare concretezza alla norma del decreto legge che risaliva addirittura al 28 gennaio dell’anno scorso". E continua: "Negli ultimi mesi del 2019 abbiamo preparato il provvedimento attuativo, abbiamo sollecitato la condivisione degli altri ministeri competenti, Economia e Lavoro, e il 6 dicembre lo abbiamo mandato al Consiglio di Stato per il dovuto parere. Il 20 gennaio scorso la giustizia amministrativa ci ha posto dei rilievi, cui abbiamo prontamente risposto sempre in maniera concertata con gli altri dicasteri coinvolti".