Marzo è stato il mese più prolifico di sempre per le app in Europa, sia in termini di download che di spesa su App Store e Google Play. L'Italia, secondo i dati forniti da SensorTower ad AGI, non fa eccezione: le app sono state scaricate 199.200.000 volte, con una crescita del 40% rispetto a gennaio e del 51% in confronto a febbraio. L'incasso è stato di 65,4 milioni di dollari. Anche in questo caso il balzo è generoso (+13% rispetto a gennaio e 22% su febbraio) ma meno marcato. Non è una sorpresa: la clausura ha interessato tutti, indipendentemente dalla capacità di spesa. Una fetta degli utenti ha quindi deciso di usare nuovi servizi, orientandosi però verso quelli gratuiti.
Due euro su tre spesi in giochi
L'effetto clausura non è solo una questione di quantità. Come dimostrano le classifiche delle app più scaricate, sta cambiando le abitudini di consumo. Restando in casa, si passa più tempo davanti a un display e ci si attrezza come possibile per informarsi, fare un po' di esercizio fisico e lavorare. La scelta più ricorrente rimane però quella dei videogiochi: si confermano non solo la categoria più scaricata ma (soprattutto) quella più ricca.
Ogni dieci download, quattro riguardano app di giochi: a marzo sono stati oltre 80 milioni, in crescita del 44% rispetto a febbraio. Il peso è ancora più consistente se si guarda la spesa: ogni tre euro incassati dalle applicazioni in Italia, due sono mossi dai giochi. Il mese scorso l'incasso è stato di 44,3 milioni di dollari. La spesa, con un incremento del 25% su febbraio e del 15% su gennaio, ha fatto un balzo notevole ma meno ampio rispetto a quello dei download.
Ci sono più utenti che giocano rispetto a quelli che spendono, soprattutto quando la principale causa dell'accelerazione (la clausura) è comune a tutte le fasce della popolazione (sia per età che per reddito). E poi i dati di SensorTower aggregano le performance di App Store (cui fanno capo meno utenti – quelli che hanno un dispositivo Apple - ma con spesa media più alta) e Google Play (che con Android copre gran parte del mercato ma con importi medi più contenuti).
L'app dei buoni propositi: fitness
Le palestre chiuse, combinate con la fiera del carboidrato, hanno spinto molti italiani a provare l'allenamento fai da te. Mentre su Youtube e Instagram si sprecano i tutorial, a marzo le app di “salute e fitness” sono state scaricate 8,5 milioni di volte. Cioè il 143% in più rispetto a febbraio. Tutti più in forma alla fine del lockdown? Difficile. Un po' perché su Youtube e Instagram si sprecano anche i tutorial per fare le lasagne. E un po' perché non è detto che il download si traduca in addominali e piegamenti.
Molto alto è stato l'incremento delle app di “produttività”: +90%. I download di marzo sono stati 9,1 milioni. In questa categoria rientra un'infinità di strumenti per l'organizzazione, la pianificazione, la gestione dei file e la comunicazione. Molto probabile, quindi, che la spinta sia arrivata dall'esigenza di lavorare da casa.
Intrattenimento, libri e notizie
Per il dopo-ufficio (casalingo) o per occupare il tempo libero, c'è stata anche la corsa alle app di intrattenimento (a partire dal quelle di streaming): sono state scaricate 10,7 milioni di volte (il 65% in più rispetto a febbraio). I download legati alla musica sono stati 5,1 milioni (+38% in confronto al mese precedente). Forte la crescita delle app di libri (non solo da leggere ma anche da ascoltare): la loro crescita è stata dell'86% ha portato i download a quota 1,7 milioni.
SensorTower stima un numero simile per la app di notizie, che in più rappresentano un'anomalia. Per tutte le altre categorie, il salto di marzo è stato preceduto dal rallentamento di febbraio. L'informazione è invece l'unica che ha seguito una crescita progressiva da inizio anno (900.000 download a gennaio e 1,2 milioni a febbraio). Un indizio che suggerisce come la necessità di informarsi sia stata avvertita in Italia sin dall'inizio dell'epidemia, ancor prima del lockdown.
E-commerce soprattutto al supermercato
Un'altra abitudine cambiata con la clausura forzata: come fare la spesa. Tra file ai supermercati e con molte attività chiuse, l'e-commerce è diventata un'opzione anche per chi aveva sempre preferito vetrine e casse fisiche. I download sono stati 6,5 milioni, il 44% in più rispetto a febbraio e il 14% se confrontati con gennaio. Con i negozi chiusi, ordinare via internet è l'unico modo per avere alcuni prodotti. Una parte dell'incremento, quindi, arriva dalle piattaforme online o dalle applicazioni dei singoli marchi. Non sembra, tuttavia, che gli italiani siano particolarmente propensi a spendere in beni non necessari.
Stando all'analisi di SensorTower, come in altri Paesi, la spinta è arrivata dalle applicazioni per ordinare la spesa a domicilio. In Italia c'è stata “una sensibile crescita di app come Supermercato24, EasyCoop ed Esselunga Online nella settimana iniziata il 9 marzo”. Cioè in quella dell'inizio della clausura. Scaricare un'app per fare la spesa è stata quindi una delle prime cose cui gli utenti hanno pensato come contromisura. I download sono poi “diminuiti nelle settimane successive, rimanendo però sempre a livelli superiori al pre-lockdown”
L'effetto clausura in Europa
Il comportamento degli utenti è simile in tutta Europa. Crescono le app per fare la spesa, l'intrattenimento, i libri, le notizie, la produttività e il fitness. I download dei giochi sono stati quasi 1,2 miliardi, con una crescita del 19% su febbraio. Che sia frutto di un “effetto coronavirus” e non di una semplice oscillazione stagionale, basta confrontare la crescita nello stesso periodo dello scorso anno, quando il tasso di crescita si era fermato a meno della metà. Discorso simile anche per gli incassi: a marzo sono stati di 740 milioni di dollari (+12% contro il +9% dello scorso anno).
Rispetto all'Italia, però, la il progresso medio del continente è meno deciso. Non solo per i giochi: 21% per i libri, 28% per l'intrattenimento, 38% per la produttività e 46% per il fitness. Possibile che il ritmo diverso sia dovuto alle misure restrittive, non omogenee nel continente: e molto rigide in Italia. Possibile anche che abbia un ruolo la penetrazione di partenza. È fisiologico che in mercati più maturi ci sia una base di utenti più ampia e quindi una crescita meno repentina. In Gran Bretagna, ad esempio, le app di e-commerce sono cresciute “solo” del 15% nell'ultimo mese.
Se la portata dell'impatto è diversa, molto simili sono le tendenze: a guidare, come in Italia, è la spesa online. Cresce Amazon, mentre offrono “risultati misti” le applicazioni che si occupano di moda. Soffrono quelle per la mobilità, con i download di Uber in Europa dimezzati. La società, dopo “un forte calo”, sta però tenendo (anche in Italia) grazie a Eats, il servizio di consegne di cibo a domicilio rimasto sempre attivo.
“Cambiamenti permanenti nelle abitudini”
Marzo è stato solo il primo mese di lockdown. I blocchi sono in vigore (e spesso si sono inaspriti) anche ad aprile. SensorTower si aspetta quindi che le app cresciute in questo periodo “continuino a essere popolari nelle prossime settimane”. E poi? Ci saranno “cambiamento permanenti”: “È probabile che, quando si tornerà alla normalità, alcune delle nuove abitudini, come il lavoro a distanza e lo shopping online, possano continuare a far parte della vita degli utenti, ormai più avvezzi a queste piattaforme e a questi servizi”.
Anche per questo motivo, l'economia delle app, “in grande crescita da tempo”, è “destinata a diventare ancora più importanti per la nostra vita quotidiana”. Ecco perché SensorTower stima una crescita globale media del 15% tra il 2019 e il 2024, con la spesa degli utenti su App Store e Google Play destinata a raddoppiare in cinque anni per raggiungere i 171 miliardi di dollari.