Appare ormai senza freni la caduta del prezzo del petrolio. Dopo che ieri, alla vigilia della sua scadenza, il contratto Wti con consegna a maggio ha toccato l'incredibile cifra di -37,63 dollari, oggi le vendite si sono abbattute con violenza anche sul future di giugno che è arrivato a cedere oltre il 41% sotto quota 12 dollari, come non accadeva dal febbraio 1999. A testimonianza che il mercato, affogato dall'eccesso di produzione determinato dalla crisi economica e dall'esaurimento degli stoccaggi, pensa che la crisi dell'oro nero sia destinata ad allungarsi anche nelle prossime settimane.
Un po' meglio, si fa per dire, ha fatto il Brent con un ribasso di circa il 25% a 19,20 dollari, sui minimi da fine 2001. Per gli analisti senza nuovi, ampi tagli alla produzione la crisi non si arresterà. I 10 milioni di barili al giorno in meno fissati dall'Opec+ appena 10 giorni fa appaiono drammaticamente insufficienti e c'è chi avanza l'ipotesi di un nuovo vertice tra i Paesi produttori all'inizio di maggio per tentare di arginare la situazione.
Le posizioni di Trump
La situazione è particolarmente difficile negli Stati Uniti, dove i produttori di shale sono ormai disperati e avanza il rischio di un crack di sistema. Il presidente Donald Trump ha provato a rincuorarli. "Non lasceremo mai sola la grande industria dell'Oil & Gas statunitense. Ho incaricato il segretario all'Energia e il segretario al Tesoro di formulare un piano che renderà disponibili i fondi, in modo che queste importantissime compagnie e posti di lavoro siano assicurati a lungo in futuro", ha twittato. Mentre l'Independent petroleum association of America (Ipaa) ha chiesto alla Fed di modificare i termini del pacchetto di nuovi prestiti da 600 miliardi di dollari che l'istituto centrale si appresta a lanciare, in modo da permettdre alle compagnie del settore di utilizzare i fondi per ripagare i loro debiti.
Arabia Saudita, via ai tagli subito
L'Arabia Saudita e altri membri dell'Opec stanno prendendo in considerazione la possibilità di ridurre la produzione di petrolio da subito, senza aspettare sino al primo maggio, come stabilito dall'accordo siglato con nell'ultima riunione dell'Opec+. "Bisogna fare qualcosa per questo bagno di sangue", ha affermato un funzionario di Riad che si è detta anche pronta a prendere ulteriori misure, in collaborazione con gli altri Paesi membri dell'Opec+, per stabilizzare il mercato.
"No a una lettura apocalittica", dice il Cremlino
Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, si è espresso contro una lettura “apocalittica” del crollo del prezzo del barile di petrolio con consegna a maggio, definendolo un fatto “puramente speculativo”. Peskov ha assicurato che il Cremlino sta monitorando attentamente le dinamiche delle variazioni dei prezzi e che il governo russo ha la riserve necessarie per minimizzare le conseguenze della volatilità. “Se necessario”, ha spiegato, “saranno mobilitate tutte le risorse”.
Crollano i consumi in Italia
Anche in Italia crollano i consumi petroliferi. L'Unione petrolifera ha calcolato un crollo del 31% a marzo. E le cose andranno ancora peggio ad aprile, quando si stima che la domanda complessiva calerà del 50%, con un picco del 75% per la benzina e il gasolio per il trasporto passeggeri.
L'effetto sulle borse
L'effetto greggio si è fatto sentire anche sulle Borse europee, con i nuovi timori dei mercati sugli effetti recessivi della pandemia di Coronavirus. Così a Francoforte l'indice Dax chiude con un ribasso del 3,97% a 10.252,45 punti, a Parigi il Cac cede il 3,77% a 4.357,46 punti, a Londra l'indice Ftse 100 arretra del 2,99% a 5.638,87 punti, a Madrid l'indice Ibex perde il 2,83% a 6.638,00 punti. Milano segna -3,59% a a 16.450 punti; si è alzata nuovamente la tensione sui titoli di Stato italiani e lo spread ha chiuso a 264 punti, ai massimi dal 17 marzo e da quando Bce ha iniziato programma acquisti.
Male anche Wall Street, che chiude in profondo rosso. Il Dow Jones cede il 2,7% a 23.019,71 punti mentre lo S&P 500 brucia il 3,1% a quota 2.736,49. Il tecnologico Nasdaq perde il 3,5% a 8.263,23.