Superare la burocrazia per accedere al credito messo in campo dal governo con il Cura Italia che diventa opportunità importante per ripartire. Diminuire il carico fiscale e introdurre un nuovo modello di lavoro. Il coronavirus non ha fatto altro che mettere in luce le sofferenze di molte aziende che possono adesso tentare di trovare nuove direzioni. Sono le 'ricette' per far tornare a mangiare - e non solo - la gente di Andrea Graziano, catanese, fondatore di 'Fud bottega sicula'.
Un'azienda con otto milioni di fatturato e l'idea di raggiungere i dieci ("Ma quest'anno non arriveremo..."), 1.500 pasti al giorno in media, 158 dipendenti, cinque punti vendita (due a Catania, due a Palermo, uno a Milano) e due in procinto di aprire (a Catania e in una capitale estera top secret). Al centro della scommessa i sapori forti dell'Isola: il bufalo ragusano, il manzo siciliano, ma anche provola dolce delle Madonie e formaggio di capra girgentana.
"Non siamo una catena – spiega Andrea Graziano - perché non siamo un franchising. Siamo siciliani e facciamo ristorazione con i migliori prodotti della nostra Isola". Graziano non è preoccupato del futuro e a chi gli chiede consigli, suggerisce: "Ho sempre consigliato di evitare di leggere i magazine che sanno tutto di quello che avverrà domani, tra quindici giorni o tra due mesi, perché quello che succederà non lo sa nessuno.
La cosa che mi sembra difficile da pensare è che la gente non vada più al ristorante". La storia, per l'imprenditore, insegna che tutto questo sarà superato "perché le persone hanno bisogno di vivere l'esperienza e non solo del cibo: ha voglia di mangiare assieme, bere una birra, condividere la propria vita. Magari per questioni sanitarie si ripartirà con delle limitazioni...". Certo in questa ottica, conclude l'imprenditore del food, chi ha maggiore identità avrà più chances per ripartire. Ma sono certo che presto la macchina si rimetterà in moto".