"BCE e Banca d'Italia continuano ad affermare, e io condivido, che le banche sono più forti ora rispetto a quello che erano nel 2008 prima che esplodesse la crisi finanziaria che veniva da oltre oceano". Lo afferma Antonio Patuelli, presidente dell'Associazione bancaria italiana, intervenendo a tutto campo sullo shock economico che l'Italia e il mondo devono affrontare in conseguenza alla pandemia da coronavirus. Per quanto riguarda il nostro paese"bisogna evitare condizionamenti di 'troike'.
"Penso - dice Patuelli - che tutti siamo in Italia dell'avviso che non vogliamo una troika però vogliamo delle risorse e quelle che sono depositate in quello o in altri fondi non debbono rimanere lì inerti nel momento della massima emergenza e della necessità della resistenza economica e della ricostruzione. Io - afferma - voglio evitare ogni nominalismo e dobbiamo vedere il trattato. Il vecchio MES non è utilizzabile perché è quello che ha fatto soffrire, per salvarla, la Grecia. Noi non siamo in quelle condizioni finanziarie e siamo in una situazione di crisi sanitaria che riguarda non solo l'Italia. Conseguentemente - prosegue il presidente dell'Associazione Bancaria Italiana - bisogna evitare i nominalismi e andare a vedere che cosa contiene l'accordo che viene negoziato. Se ci sono dei soldi messi da parte in Europa, non solo in quel fondo, ma anche in altri, per altri rischi, bisogna riconvertirli al rischio che c'è ora - incalza Patuelli - che è sia di carattere sanitario e sia di carattere produttivo".
Sul fronte liquidità per le imprese, "domani mattina, appena sarà operativo il sistema per il fondo centrale di garanzia per le piccole medie imprese, da quel momento, che dovrebbe essere attorno alle 8.30 del mattino, ci sarà una valanga di richieste che le banche in tutta Italia hanno messo da parte e preparato" in attesa dell'ultimo adempimento burocratico. Antonio Patuelli spiega così il ritardo che le imprese italiane stanno registrando in questi giorni nel ricevere dal sistema bancario i prestiti sono i 25mila euro garantiti dallo Stato per le piccole medie-imprese.
"Le banche sono efficienti nell'applicare le leggi che ci sono", sottolinea. "Le leggi sono troppo complicate e peraltro riconvertire degli organismi pubblici dalla sera alla mattina e in pochissimi giorni a fare un lavoro diverso è chiaramente un impegno importante ma non è una responsabilità delle banche". Sull'accesso ai prestiti garantiti dallo Stato per le aziende "medio-grandi - spiega poi il presidente Abi Antonio Patuelli - cioè dai 25mila in su, la garanzia verrà dalla Sace, un organismo molto importante ma che è abituato a fare le assicurazioni per le esportazioni delle imprese sull'estero e che quindi non fa questo lavoro. Di conseguenza i codici, cioè questa piattaforma (dove mandare le richieste, ndr), non è stata ancora fornita alle banche e quindi noi prepariamo pratiche e attendiamo che ci vengano dati gli indirizzi a cui mandarli".